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Roedelius & Story – 4 Hands

2022 - Erased Tapes
minimal ambient / sperimentale

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Tracklist

1. Nurzu
2. Spirit Clock
3. Haru
4. Rever
5. Seeweed
6. Allegro Estinto 
7. Crisscrossing
8. Thrum
9. Bent Rhyme 
10. kitter
11. Ba


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Il 25 febbraio è uscito, per la Erased Tapes, etichetta londinese super indipendente con una spiccata inclinazione avanguardistica,”4 Hands”, il nuovo album del pioniere del suono tedesco Hans-Joachim Roedelius e del compositore americano Tim Story.

“4 Hands” è un’intima e delicata conversazione al pianoforte tra due amici di vecchissima data. Registrato in sequenza ma su uno stesso pianoforte a coda, Roedelius ha steso alcuni études pianistici improvvisati nel maggio 2019 mentre visitava Story. Tim ha poi imparato tutti gli intricati fraseggi per aggiungere le proprie parti nei mesi successivi.

“Insieme abbiamo dato forma alle composizioni di base, a volte preparando accuratamente il pianoforte con vari materiali (comprese le mie stesse mani), e le performance di Achim sono state registrate su nastro. Ho continuato a comporre e a perfezionare le mie parti nei mesi successivi. Poiché è stato tutto registrato sullo stesso pianoforte, il risultato ha una coerenza di suono molto attraente, e si spera che i nostri contributi individuali si confondano in una singola voce integrata”, spiega Story. Il primo singolo Spirit Clock ha ricevuto il suo nome dal fondatore di Erased Tapes Robert Raths, nato da una conversazione sul tempo: “per me questo termine descrive perfettamente quello che sta succedendo qui. C’è questo legame invisibile, questa energia molto forte tra Ach e Tim ogni volta che fanno musica insieme che è ancora perfettamente intatta anche quando le loro dimensioni sono separate. Questa intersezione metafisica di quattro mani su uno stesso strumento meccanico in momenti diversi, qualcosa di così tecnico ma profondamente spirituale, è ciò che mi affascina”.

“4 Hands” è un lavoro costruito nei minimi dettagli, lungo, meditato.

Il pianoforte preparato è una pratica brutalmente poetica, che spinge lo strumento a prendere consapevolezza della sua stessa meccanica e dei limiti intrinsechi,  ogni qualvolta che un oggetto impatta contro le corde, restituendo suoni tozzi, soffocati ma vivi. Terribilmente vivi.

Il brano di apertura, Nurzu, che in lingua tedesca significa più o meno “vai avanti a farlo” definisce lo scheletro compositivo di “4 Hands”. Linee di basso increspate sulle quali poi le melodie si innestano creando dei dialoghi delicati e intimi. Gli accordi lenti poggiano sull’accompagnamento aprendosi con l’incedere del brano.

Haru è un pezzo impietoso, dal gusto noir dedicato all’amico scomparso Harold Budd. In Haru si fa un uso maggiore dello spazio tra le note, lasciando che invadano quello che incontrano. Credo sia il pezzo col quale mi sento più a mio agio, in cui, per un gioco di contrapposizione, i vuoti tra le note riempiono il mio spazio percettivo e i pieni lo alleggeriscono, quasi svuotandolo.

Rever presenta una struttura simile a Nurzu. Un accompagnamento cupo e ipnotico ospita degli arpeggi melodici. Sono forse i due brani in cui le intenzioni compositive di Roedelius&Story si palesano maggiormente.

In Seeweed il piano viene utilizzato in tutte le sue parti. Le corde vengono pizzicate, fatte vibrare, vengono premuti tasti, posizionati oggetti. È un pezzo meraviglioso, tecnicamente e non solo nel quale lo strumento, spingendolo un po’ più in là del proprio limite, è in grado di tirar fuori un carattere inaspettato, acido, seducente. Crisscrossing e Skitter sono, allo stesso modo, brani per pianoforte preparato nei quali perdersi immersi nelle sfumature tecniche.

Allegro Estinto si muove su un tempo vivace, allegro appunto, morbido, che reca in sé il dinamismo dell’evoluzione, mai facile o indolore e Thrum azzera quell’accennata allegria, riportando il dialogo alle tinte più spettrali e cupe.

Ba, che in giapponese significa “un posto”, è la conclusione di un dialogo che presenta una circolarità strutturale e concettuale nel quale l’accompagnamento è la vera melodia. Mi ricorda una dichiarazione di amicizia letta tempo fa, in qualche libro sulla Cina : “Qui alla frontiera cadono le foglie, e benché i vicini siano tutti barbari, e tu tu sia a mille miglia di distanza, sul tavolo ci sono sempre due tazze”.

“4 Hands” è un album che riporta alla delicatezza, alla bellezza dei rapporti umani. Chiudo con le parole di Roedelius, il quale, sicuramente, sa spiegare meglio di me l’incanto: 4 Hands non è solo un nuovo album – la logica continuazione della lunga amicizia tra due compositori. E’ il nostro tributo alla consapevolezza e all’ascolto, che coagula un nuovo linguaggio sonoro dalle infinite possibilità di un singolo pianoforte suonato dalle nostre quattro mani. Per me, questi pezzi esprimono un diverso tipo di bellezza, evocano più della somma delle loro parti, sono un dialogo senza parole, un ponte attraverso la grande acqua che separa le nostre culture le une dalle altre. Allons enfants des deux patrie, haha!” .

Per fortuna, Roedelius&Story mi ricordano che il tutto, che sfugge all’umana comprensione, è sempre più della somma delle sue infinitesime parti.

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