Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Feeder – Torpedo

2022 - Big Teeth Music
alt-rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. The Healing
2. Torpedo
3. When It All Breaks Down
4. Magpie
5. Hide And Seek
6. Decompress
7. Wall Of Silence
8. Slow Strings
9. Born To Love You
10. Submission
11. Desperate Hour (Exclusive CD track)


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Esistono due tipologie di album, quelli che ascolti una volta e altri che richiedono almeno due o tre tentativi per essere apprezzati. A volte per distrazione, si scrivono recensioni dopo un paio di ascolti e si giungono a considerazioni magari inesatte. Questo è quello che è accaduto a me. Mi ritrovo a riscrivere la seconda volta questa review, perché per descrivere “Torpedo“, il nuovo album dei Feeder, ho avuto bisogno di più tempo del previsto. Parliamo di una band veterana, che lavora nel mercato musicale da più di vent’anni, per cui ho dovuto rinfrescare la memoria con i precedenti album, ben dieci.

I Feeder sono sempre stati molto originali, e hanno messo in discussione l’etichetta di alternative rock, con sorprendente innovazione e tecnica. “Torpedo” non è da meno. È un’album dei Feeder per i più fedeli fans. Una perla rara che può essere apprezzata solo se si conosce profondamente la band.

Gli arrangiamenti e i testi sono stati scritti durante la pandemia e il processo creativo è stato del tutto insolito perché ognuno ha contribuito da remoto e solo successivamente, in studio, si sono definite le criticità e le armonie migliori . Il risultato è un disco dalle multiple contaminazioni, ma in qualche modo un classico rock.

I testi sono decisamente capaci di emozionare, generando ombre e  luci sulle nostre esistenze, come in Wall of Silence: “If you can say something positive / Good / Why must we hurt (Why must we hurt) / We’re just looking for a better way / In those dark filled evening hours / When you feel wide awake / As emptiness devours / Are we losing our way”

Sicuramente questa dicotomia tra oscurità e luce, è l’elemento più sorprendente e ricorre in brani come The Healing, Torpedo, Magpie, Slow Strings dove la voce tenue del cantante si fronteggia con un rock selvaggio e prepotente (ma comunque melodico). Pur mantenendo una certa originalità nell’esecuzione, evidenti sono le  influenze che spaziano dai Doves, Foo Fighters, Black Sabbath fino agli Ash.

Mi è piaciuto molto anche l’artwork realizzato da Sergei Nehaev, un talentoso artista russo. I suoi collage dal marcato surrealismo sono un viaggio tra passato e presente. La copertina richiama in qualche modo uno stile anni settanta, alla Pink Floyd, o Roxy Music. Si presenta con un carattere tipografico sans-serif ben centrato e una donna in costume da bagno sulle cui spalle si agganciano le turbine di un aereo. Una moderna dea, destinata a volare tra i più profondi prodromi dell’oscurità e le cristalline nuvole del cielo.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni