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Pictish Trail – Island Family

2022 - Fire Records
psych-pop / electro-pop

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Tracklist

1. Island Family
2.  Natural Successor
3.  The River It Runs Inside Of Me
4. In The Land Of The Dead
5. It Came Back
6.  Thistle
7.  Melody Something
8.  Nuclear Sunflower Swamp
9.  Green Mountain
10.  Remote Control


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Mi sembra una buona idea introdurvi Johnny Lynch – aka Pictish Trail – partendo proprio dal suo nome d’arte e dal titolo di questo nuovo album, “Island Family“. Entrambi rimandano infatti alla sua amata terra, l’isola di Eigg, paradiso verde e umidiccio al largo della costa scozzese, nelle Ebridi, dove il musicista vive insieme alla sua famiglia.

Sebbene piuttosto sconosciuto in Europa, Pictish Trail è un discreto pezzo grosso non solo in Scozia, ma negli UK in generale, anche grazie alla sua etichetta Lost Map Records e al non-più-così-piccolo Howlin’ Fling Festival, di cui è curatore ufficiale e che ha visto passare nomi del calibro di Jon Hopkins, Cate Le Bon e Jane Weaver.

Non deve sorprendere dunque che abbia girato il mondo come supporting act di Belle & Sebastian, Sea Power, Slow Club e KT Tunstall, oltre che essersi esibito a Glastonbury e – per ben 19 anni consecutivi – al Green Man Festival, in Galles, prova ultimissima che ci troviamo di fronte a una delle più longeve realtà dell’underground pop britannico.

Island Family” è infatti il suo quinto album, sempre per la londinese Fire Records, e segue il precedente “Thumb World” (2020), vera e propria gemma pop di cui potete leggere qui (https://www.impattosonoro.it/2020/03/23/recensioni/pictish-trail-thumb-world/). Il one-man-band scozzese ci ipnotizza ancora una volta con un personalissimo cocktail pop, talvolta euforico e nevrotico, talvolta bucolico e psichedelico, influenzato sicuramente dai conterranei The Beta Band, dai Flaming Lips e da certi Radiohead (basti ascoltare Thistle).

Si parte col botto con Island Family, peripezia elettro-allucinogena tutta Animal Collective, e Natural Successor, pensata ad-hoc per soggiogare i fan dalla nuova scena post-post-punk britannica grazie a pesanti linee di basso e irresistibile motoricità. Il genio di Pictish Trail, tuttavia, si rivela nel bel mezzo del disco: a lasciare davvero a bocca aperta sono infatti In The Land Of The Dead, una serenata analogica degna dei migliori Notwist, l’irresistibile lunaticità radio-pop di It Came Back, e soprattutto Melody Something, un’epica ballata che invita a lasciarsi scappare una lacrimuccia (alla maniera degli Arcade Fire, per intenderci).

Per noi, “Island Family” è l’ennesimo centro pieno di Pictish Trail, che si riconferma una delle realtà pop più originali e ispirate d’oltremanica. Mi piacerebbe dire che meriterebbe più visibilità, ma – conoscendo la fragilità di certe bolle creative – preferisco prendere una posizione più cauta, quasi “scaramantica”: lasciarle flottare per non farle esplodere.

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