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HEALTH – DISCO4::Part II

2022 - Loma Vista
elettronica / industrial rock

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Tracklist

1. DEAD FLOWERS (feat. Poppy)
2. ISN’T EVERYONE (feat. Nine Inch Nails)
3. MURDER DEATH KILL (feat. PlayThatBoiZay)
4. IDENTITY (feat. Maenad Veyl)
5. COLD BLOOD (feat. Lamb of God)
6. AD 1000 (feat. The Body)
7. PAGAN-ICONZ (feat. Backxwash and HO99O9)
8. THE JOY OF SECT (feat. Street Sects)
9. STILL BREATHING (feat. EKKSTACY)
10. NO ESCAPE (feat. The Neighbourhood)
11. EXCESS (feat. Perturbator)
12. THESE DAYS 2.0.2.1.


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Il sesto album degli HEALTH, uscito l’8 aprile per Loma Vista, si apre con un’immagine desolata di scenari quasi post-apocalittici: un corpo disteso, dei fiori morti e dei ricordi sono tutto ciò che resta a popolare i testi di Jake Duzsik. In DEAD FLOWERS, per l’appunto, niente meno che Poppy, qui in veste di madrina delle tenebre nella sua forma migliore, ci prende per mano e ci introduce a queste dodici tracce di questo “DISCO 4::Part II”. 

Sulla scena dal lontano 2006 e con alle spalle una carriera ormai rodata, il trio losangelino composto da Jake Duszsik, John Famiglietti e Benjamin Jared Miller decide di continuare la serie di “DISCO”, inizialmente nati come remix album di accompagnamento ai loro lavori e che si sono poi trasformati in dei veri e propri collettivi durante il periodo di pandemia e distanziamenti sociali. Se nel precedente “DISCO 4::Part I” gli HEALTH hanno dimostrato di sapersi destreggiare abilmente tra vari generi e artisti anche molto distanti tra loro, nella “Part II” sembrano chiamare quasi a raccolta tutta la scena alternativa a loro cara (dal nu metal di Poppy ai più longevi Nine Inch Nails e i leggendari Lamb of God, passando per Ada Rock con le tinte del rap cattivo di PlayThatBoiZay, Maenad Vevyl, The Body, all’hip-hop più recente di Backxwash con Ho99o9, al pop di Street Sects, EKKSTACY, The Neighbourhood e Perturbator) per cercare di dare forma, suono e forse qualche risposta agli enigmi della vita e dei tempi che corrono. 

Part II” riprende i toni su cui era terminata “Part I” ripartendo con l’atmosfera depressa e surreale di DEAD FLOWERS e continuando in un’iperbole di sonorità sempre più oscure e grevi. In questo senso, la voce eterea di Duzsik si alterna dapprima con l’asperità di Trent Reznor (ISN’T EVERYONE) per passare progressivamente al metal quasi puro di COLD BLOOD e al growl disperato di The Body in AD 1000. Non mancano le contaminazioni hip-hop in MURDER DEATH KILL e GNOSTIC FLESH/MORTAL HELL a sottolineare l’impossibilità di catalogare questa produzione all’interno di generi o etichette. 

L’apice di questo climax ascendente lo si può ritrovare in STILL BREATHING, una sorta di duetto sulle note pacate di una chitarra in totale contrasto con le due chicche più spiccatamente pop (THE JOY OF SECT e NO ESCAPE) che lo racchiudono. Ed è da questa sequenza ossimorica dei brani che scaturisce il giro di boa finale dell’album. L’inquietudine e la frustrazione che pervadono l’atmosfera e i testi fino a questo punto, culminano nella disperazione più totale intonata da EKKSTACY (“I don’t want to see the day”) e dall’altra parte il timido tentativo di rassicurazione da parte di Duzsik (“Hold on awhile, you’re still young / It gets better sometimes”).

In un mondo in cui non c’è più nessun credo e nessuna speranza, non si può sfuggire dai propri demoni e si rimane ingabbiati in un corpo ormai incapace di reagire e attanagliato dal passato, gli HEALTH chiudono in THESE DAYS 2.0.2.1. rassegnati e incapaci – noi come loro – di predire una qualsiasi direzione futura:

These days are going nowhere
These days are going fast
These days are going nowhere
These days are all we have

Se non si può parlare di un concept album in senso proprio, c’è da dire che in “DISCO 4::Part II” gli HEALTH raggiungono una coesione che dà senso di esistere ad ogni singolo brano e al precedente “Part I” stesso. E una ragione di esistere forse anche al loro mondo e alla loro arte che è capace di farsi interprete del disagio del proprio tempo, flirtare abilmente con qualsiasi sonorità e allo stesso tempo un punto saldo a cui tornare,  in cui si sta bene e a cui si può appartenere. 

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