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Ashinoa – L’Orée

2022 - Fuzz Club Records
krautrock / psych

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Tracklist

1. Vermillion
2. Koalibi
3. Feu De Joie
4. Space Cow
5. Falling Forever
6. Fuel Of Sweet
7. Unknown To Myself
8. Selvatica
9. Bade BaidebSz
10. Disguised In Orbit
11. Yzmenet
12. Outro


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Avete presente quei suoni ovattati che si sentono nei film dell’orrore quando qualche entità cerca di comunicare dall’oltretomba? Quelle sorta di grida metalliche in sordina, manipolate digitalmente in modo da farci rabbrividire? Non mi sorprenderebbe se “L’Orée” fosse stato concepito e masterizzato con in testa questa specifica pratica cinematogafica.

Dopo You Said Strange, Servo e Veik, tocca agli Ashinoa il titolo di “new-entry d’oltralpe” nella scuderia di Fuzz Club Records. Saltati alle orecchie grazie al debutto “Sinie Sinie” (2019), un interessante compendio di krautrock freddo e minimale (sulla scia di Cavern of Anti-Matter e Beak>, per intenderci), i cinque di Lione decidono di impegnarsi con la label londinese per questo nuovo capitolo, una svolta verso territori ben più sperimentali ed elettronici, in cui a far da padrone sono sintetizzatori e campionamenti. Si pensi al lavoro di pezzi grossi quali Four Tet, DJ Dhadow e Flying Lotus, ma con un piglio decisamente più lugubre.

Nella prima parte dell’album troviamo subito alcune piacevolissime sorprese, come l’introduttiva Vermillion, che ci rimanda ai paesaggi sonori dipinti dai The Brian Jonestown Massacre in “Aufheben”, ritualistici e oppiacei, o le ritmiche destabilizzanti ma indubbiamente danzerecce di Koalibi, che parlerebbero al Thom Yorke di “King Of Limbs”.

Il titolo di coup de coeur va però a Feu de Joie (video qui sotto), vera gemma e unica parentesi di psichedelia “alla francese” del disco, arricchita con tanto di fiati ed esplosioni soniche, lunatica e jazzy alla maniera dei conterranei Aquaserge, tanto difficile da capire quanto facile da ascoltare.

La seconda parte del disco si rivela invece decisamente più instabile della prima, rassicurandoci talvolta con piccole parentesi in bilico tra Can e Morcheeba (Fuel of Sweet), terrorizzandoci altre con sperimentazioni e manipolazioni sonore che sembrano arrivare direttamente dall’aldilà (sicuramente Unknown to Myself e Yzmenet, ma anche la disco-inferno di Disguised In Orbit).

Con la loro ultima fatica, gli Ashinoa ci invitano a passeggiare di notte nella campagna lionese, a raggiungere l’orée, il limite della foresta di pini dove hanno registrato il disco. Sarà che ho appena finito di guardare Archive 81, sarà che mi aspettavo un disco più in linea col precedente, sta di fatto che la passeggiata mi ha fatto accapponare la pelle, nel più stuzzicante e primitivo dei modi possibili.

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