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Rhabdomantic Orchestra – Almagre

2020 - Agogo Records
afrobeat / jazz / krautrock / world music

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Tracklist

1. Almagre
2. Aini
3. Suffer! Suffer!
4. Emblema
5. El Martir
6. Cadenas y Amanecer
7. Woland’s Dance
8. Siber
9. Rebis


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Il viaggio intrapreso da Manuel Volpe compie un nuovo passo nell’oltre. Il musicista di Jesi continua a spostarsi di lato, attraversando le culture, un passaggio che lo ha portato dagli esordi dei Bhava, esordi rumorosi e feroci, ad una prima prova solista intima e profonda fino alla formazione della Rhabdomantic Orchestra, che giunge qui alla seconda tappa di navigazione.

Se già con “Albedo” la maturità artistica era più che sbocciata, in “Almagre” tutte quelle idee sono esplose. Ad una formula già di per sé quasi perfetta va ad aggiungersi la figura di Maria Mallol Moya, che con la sua voce scava la roccia e sfocia in una cascata di parole, idee e si fa perno e bussola del viaggio. La fusione degli elementi orchestrali, sempre più ampi, danno la misura di quanto l’album possa spingersi in là nel mondo del suono.

Se vi approccerete all’ascolto a occhi chiusi vi parrà di respirare l’aria salmastra del Mediterraneo, mondi impressi su carta da Hugo Pratt, realtà e mondi che diremmo appartenere al passato. La sezione di ottoni è in piena tempesta e sferza tutto come vento immane, sono collante e armatura, calura che si spande e corrobora. Movimenti desertici come quelli di El Martir ed Emblema sono fusioni culturali all’apice della Babele musicale apparsa nella mente di Volpe, toni avvolgenti e intensità che si moltiplicano con Suffer! Suffer!, quasi spezzandosi nella tensione.

Affacciatosi all’Etiopia, il jazz trova sbocco tra luce e buio, Rebis è profondità percorsa velocemente, una corsa ritmica a perdifiato, speculare alla notte che cala sulla breve Siber e Woland, un tocco ECM al chiaro di luna, i cui raggi calano tra le connotazioni della bossa Aini, colpo al cuore e stoccata d’anima.

Manuel Volpe, armato di cannocchiale e carte navali ha tracciato una rotta ben precisa che porta la sua Rhabdomantic Orchestra ad esplorare un mondo fatto di sezioni di realtà tanto sfuggenti e surreali quanto concrete e palpabili. Un orizzonte ancora da raggiungere.

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