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Pumajaw – Scapa Foolscap

2022 - Bedevil
indie / elettronica / jazz

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Tracklist

1. The Innocent Win
2. Murmurised
3. The Smell of Trouble
4. Michaela
5. Local Envy
6. Caramelised
7. The Mirror of the Other
8. Silky and Tar


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Scapa Foolscap” è l’ultima uscita di Pumajaw, un duo ora basato in Scozia formato dalla cantante scozzese Pinkie Maclure e dal musicista e produttore inglese John Wills. Incontratisi per la prima volta nel 1994 a Londra, i due musicisti hanno da allora prodotto sei album che mischiano l’elettronica e il jazz a chitarre e cantati folk. “Scapa Foolscap”, uscito a gennaio di quest’anno per Bedevil, non è da meno.

La raccolta comincia con The Innocent Win, un brano scuro, cupo, che ti porta sulle scogliere di Edimburgo a contemplare il mare sotto un cielo plumbeo che contrasta il verde intenso dell’erba. La voce di Pinkie Maclure sembra il canto di una strega che ti ammalia, con tanto di synth e cori che seguono. La stessa atmosfera cupa ed esoterica si ritrova in Murmurised, pur risultando un brano più folk, soprattutto per l’arpeggio di chitarra che introduce e sostiene il pezzo e la voce, che dà sempre l’impressione di essere nel bel mezzo di un incantesimo, anche se questa volta ci spostiamo più in una foresta a livello di ambientazione scenica.

The Smell Of Trouble è la terza canzone di “Scapa Foolscap” e, collegandosi a Murmurised, porta avanti il motivo della magia grazie alla voce, che inizialmente quasi sussurra e poi viene pian piano sostenuta da basi elettroniche un po’ new wave un po’ goth. Michaela, invece, al quarto posto, viene direttamente introdotta da una fisarmonica, per ribadire ancora una volta l’atmosfera da rito esoterico del XVI secolo in una foresta sperduta della Scozia, con tanto di timore per l’imminente arrivo dell’Inquisizione. Anche se, tutto sommato, la fisarmonica è un po’ più mediterraneo come suono rispetto ai synth cupi sentiti fino ad ora.

In quinta posizione abbiamo Local Envy, che invece inizia con basi jazz mescolate ad elementi di tango, dando vibe un po’ più ballabili alla raccolta, fino a questo momento piuttosto enigmatica. Caramelised, il sesto brano di “Scapa Foolscap”, ritorna sui passi dei pezzi esoterici precedenti, per quanto poi si trasformi in una canzone dei Blondie alla fine, dal momento che prende un’inaspettata piega quasi rock/dance anni ‘80.

The Mirror Of The Other, penultima canzone dell’album, continua a buttarci spunti totalmente inaspettati, soprattutto se considerato il synth alla Matrix che introduce e sostiene l’intero pezzo ma che, tutto sommato, si accompagna bene all’atmosfera folk che ci rende i Pumajaw riconoscibili, data la voce maschile che si sente ad intermittenza e che ci proietta in un rituale di preghiera matematico-futuristico. Leggendo meglio i dettagli del pezzo, mi rendo conto che è un featuring con Adrian Crowley; forse così si spiega il synth da nerd.

Silky And Tar è l’ultima canzone della raccolta ed è un po’ più jazz delle canzoni precedenti, per quanto il cantato esoterico sia sempre quello. Tuttavia, il carattere folk viene meno per lasciare noi ascoltatori in balia degli effetti di questo strano viaggio mistico mentre la musica si affievolisce lentamente.

Devo dire che ho molto apprezzato l’ascolto di “Scapa Foolscap”, soprattutto per la componente magica che lo contraddistingue – ora che ci penso lo stesso titolo sembra la formula di un incantesimo, di quelle che si ripetono in loop, anche se non so per che tipo di effetti, dal momento che non ho di questi poteri. Mi è, inoltre, piaciuta tanto la voce di Pinkie Maclure, che non avevo mai sentito prima, e le scelte d’immagine del progetto in generale. Tra l’altro reputo il loro genere di musica molto adatto alle colonne sonore, di cui credo si occupino. Insomma, considerando tutto direi che sono promossi.

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