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The Black Keys – Dropout Boogie

2022 - Nonesuch Records
garage punk / punk blues / blues rock

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Tracklist

1. Wild Child
2. It Ain't Over
3. For The Love Of Money
4. Your Team Is Looking Good
5. Good Love (feat. Billy F. Gibbons)
6. How Long
7. Burn The Damn Thing Down
8. Happiness
9. Baby I'm Coming Home
10. Didn't I Love You


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In meno di un anno i The Black Keys ci hanno deliziato con due lavori. Il primo è “Delta Kream“, un album di cover che non solo ripercorre tutto lo stile formatosi in questi vent’anni suonando le proprie influenze, ma rivendica ancora una volta che non è uno standard Blues quello che suonano. Il “Delta” come suggerisce il titolo è per l’appunto la radice da cui è partito il genere, nato all’incirca negli anni Venti e Trenta, per poi evolversi in quello che chiamiamo tutt’ora HCB (Hill Country Blues). Il secondo invece è proprio questo, “Dropout Boogie“, undicesimo album in studio che, a detta dalla band, cerca di replicare l’energia spontanea e leggera delle session di “Delta Kream“.

Come suggerisce la lista dei collaboratori, questo lavoro contiene pezzi pienamente rumorosi, blues, ballate soul, rock da arena e tutto quello che Dan Auerbach definisce: “un bordone country con l’accordatura aperta, un po’ come certi ritmi di Fred McDowell“. Sarà una coincidenza, ma “Dropout Boogie” arriva a quasi vent’anni esatti dal debutto della band, “The Big Come Up“. All’epoca i Black Keys venivano associati a White Stripes, Strokes e agli altri artisti che nelle intenzioni avevano in mente una rinascita del rock, cosa che non è riuscita a tutti. I Black Keys raccontano che al tempo avevano scarsissime probabilità di successo, trovando assurdo il fatto che ancora oggi siano qui, vivi e vegeti, a differenza di molte band che vanno e vengono. Tornando al disco, i riff sbarazzini di Wild Child cancellano tutte le tensioni ribollenti e i disturbi da stress post-traumatici indotti dal tour nel 2019, riproponendo ancora una volta una band fresca, che rimane ancorata al rock desertico con il palmo che gioca molto con il bigsby sui finali.

Con il resto della tracklist la coppia dimostra di aver ormai studiato alla perfezione la mappa delle sonorità blues del centro America, con tutti i suoi caldi torridi e la polvere negli stivali. In questo senso, “Dropout Boogie” è un titolo appropriato, perché questo disco e un buon indicatore di dove si trovano i Black Keys adesso nel 2022. Laddove tanti album dello stesso panorama hanno sparato a mille senza troppe soddisfazioni, in questo periodo i nostri stanno prosperando per rendere la loro musica più adatta per i locali e i saloon storici di tutto il Texas e oltre.

Vogliamo ricordare che a luglio la band ripartirà per il primo tour post-pandemia in cui, oltre a suonare alcune delle nuove canzoni, porteranno sul palco anche un mini-set dedicato a “Delta Kream“. I concerti saranno tutti negli anfiteatri, tra cui il Blossom Music Center di Cuyahoga Falls, in Ohio, dove un tempo Auerbach lavorava, e lui sorridendo ricorda: “Parcheggiavo le auto in quel posto. Ero il ragazzino nel parcheggio, quello con le bandiere segnaletiche. Questa volta le cose saranno diverse. Sarà una festa. Ci vediamo nel parcheggio!

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