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The Smile – A Light For Attracting Attention

2022 - XL Recordings
post punk / alternative rock

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Tracklist

1. The Same
2. The Opposite
3. You Will Never Work in Television Again
4. Pana-vision
5. The Smoke
6. Speech Bubbles
7. Thin Thing
8. Open The Floodgates
9. Free In The Knowledge
10. A Hairdryer
11. Waving A White Flag
12. We Don’t Know What Tomorrow Brings
13. Skrting On The Surface


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È passato un anno (non esatto, ma poco ci manca) da quando The Smile sono diventati una realtà tangibile. Yorke, Greenwood e Skinner si fanno sotto, sono pronti, i primi due ad uscire all’unisono da sotto l’ombrello Radiohead e dei propri percorsi personali, a testa bassa per affrontare il mondo, come se lo stessero facendo per la prima volta e non da anni.

A Light For Attracting Attention” si traduce nell’immediatezza, non ci sono giri di parole eppure c’è tutta la vena arty del movimento post-punk britannico, quello di The Fall, The The, The Pop Group, Wire, e l’urgenza è esattamente quella. Non fate l’errore di paragonarli a questi numi tutelari o a se stessi, perché non avrebbe senso. Questo è oggi, non è un giochino di rimandi e richiami, è necessità di assestare il colpo. I brani più sono elettrici e più sono angolari, a tratti mat(h)ematici, hanno quella spigolosità che chiama la ferocia ad uscire dal proprio antro oscuro. Le chitarre (e i bassi che Greenwood fa detonare) sono rasoi melodici che viaggiano a filo della cute e danno il brivido del pericolo, ma è la batteria di Skinner a fare la differenza, andando a incidere, asciutta e precisa all’estremo, un colpo alla volta o tanti assieme a far male da morire.

Quando il ritmo si fa da parte la rarefazione dipinge un mondo coperto dalla polvere del disastro. Yorke è in stato di grazia, e una quantità industriale di linee melodiche perfette non significano “easy listening”, anzi, se possibile aggiungono peso al peso. Ogni parola è calibrata, e non lesina insulti, attacchi frontali, spiazzanti affondi punk, poesie malinconiche e cariche di amarezza, consapevolezza che cade come pioggia acida e una realtà che ferisce ma che solo così può essere descritta, con questa voce che trasuda disagio da ogni poro. Non è tanto l’androide ad essere paranoico, è l’umano stesso ad esserlo diventato. Una lezione a tutti questi gruppetti revival del revival di cui c’è da augurarsi ci dimenticheremo presto. Questo, invece, è qui per restare.

The Smile è una macchina perfetta che sanguina, suda, digrigna i denti e annaspa nel disagio e nel mare di immondizia che a tutti tocca attraversare e mette in moto la descrizione di un viaggio turbolento, oscuro e a tratti deprimente, ma sempre pronti a colpire e a farlo con precisione chirurgica. Chi ha detto che a 50 anni suonati non si può essere ancora tremendamente incazzati e disincantati?

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