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Terror – Pain Into Power

2022 - Pure Noise Records
hardcore

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Tracklist

1. Pain into Power
2. Unashamed
3. Boundless Contempt
4. Outside the Lies
5. One Thousand Lies
6. Can't Let It Go
7. Can't Help but Hate
8. The Hardest Truth
9. On the Verge of Violence
10. Prepare for the Worst

 


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È tornata la combriccola del mosh. I californiani Terror, capitanati come sempre dall’ex-Buried Alive Scott Vogel, arrivano al secondo album sulla vicina di casa Pure Noise Records (Drug Church e Year of the Knife le uscite più interessanti degli ultimi tempi ) e, in totale, alla loro ottava registrazione, intitolata “Pain Into Power”, sfornando un disco che conta meno di venti minuti di two step e tupa tupa suonati, finalmente, come venivano suonati una volta.

Dico “finalmente” perché, lo ammetto, “The 25th hour” e soprattutto l’ultimo “Total Retaliation” non mi erano piaciuti per nulla: troppo crossover, troppo metal per essere suonati da loro, troppo moderni. Sono stati due dischi che sembravano, contriti, scritti come a giustificare un cambio di rotta musicale della band, a mio parere. Questo “Pain Into Power”, invece, ritorna al mosh di Always The Hard Way, per non addirittura nominare, almeno nelle ripartenze e nelle parti più veloci, il primo EP pubblicato dai Terror,  Lowest Of The Low”. Ovviamente non contiene capolavori e canzoni epocali come lo fu, per esempio, Push It Away, ma brani come One Thousand Lies e Can’t Help But Hate faranno sicuramente tornare a sognare i kids più vecchia scuola ed affezionati alle loro origini, rappresentando un ottimo biglietto da visita per un album che celebra gli ormai vent’anni della band. The Hardest Truth, poi, sembra veramente un outtake proveniente dalle loro origini più lontane: inizio stoppato, ritornello brevissimo contornato da due giri di mosh uguali ma rallentati sul finire e gran finale lentissimo. La penultima On The Verge Of Violence, forse la canzone più metallara del disco, poi, sembra infine una cover di una qualsiasi canzone degli Hatebreed di “Perseverance” .

I Terror dimostrano di esserci ancora, nonostante l’agguerritissima concorrenza presente nel giro hardcore americano di questi ultimi tre / quattro anni. Bentornati, amici. Sarete sempre meglio voi.

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