Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Hate Moss – NaN

2022 - Stock-A Records
electro noise

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Neve
2. Pensar (feat Isis Broken)
3. Dei Buoni Dei
4. Eremita
5. Birdaha
6. Fog
7. Peonia
8. Stupid Song (feat Carolina Zac)


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Il duo noise italo/brasiliano Hate Moss, aziona un vortice di atmosfere ruggenti con il secondo capitolo in studio “NaN”, prodotto per l’etichetta indipendente Stock-a Records, di base a Londra. Il progetto nasce nel 2017 e sperimenta il suo percorso cosmico nel Regno Unito, dove nascono le prime strutture dei brani, messe in risalto nella loro veste migliore, quella live. Dopo il primo album “Live Twothousandhatein” del 2019, il duo si apre ad orizzonti diversi dimostrando una creatività notevole che si completa in questo nuovo lavoro, che lascia impressa una forte personalità e un cambio di scrittura. In un sound tipicamente post punk si inseriscono tappeti electro noise e la ritmica martellante del batterista Ian, che si cimenta anche con la sua voce ruvida e d’impatto. Il mondo dissonante e caotico degli Hate Moss si completa poi con i loop temporali di Tina e i suoi synth taglienti.

È il brano Neve ad aprire le danze con un rituale spaziale che incastona la linea vocale melodica all’interno di un limbo ovattato e magnetico impreziosito dal gioco sporco della drum machine. Un’apertura d’effetto, con un gusto sonoro ricercato. Segue Pensar, dove si unisce alle danze l’artista hip-pop brasiliano Isis Broken, che valorizza in maniera molto efficance un testo suggestivo che racconta una storia attraente. L’insieme di vibrazioni corpose poi esplode in una luce soffusa dai tratti dance. Dei Buoni Dei è invece una composizione sensibile che narra un racconto delicato, avvolto da sensazioni che tornano dal passato e da un vissuto intenso. La tematica elettronica accoglie con un’energia ipnotica il synth ampio e graffiante. Ora ci soffermiamo sul primo singolo Eremita, che segna il cambiamento definitivo del duo, mettendo in scena sonorità diverse e una malinconia struggente che prende vita durante il suo passaggio. Lo stile alternative rock si sposa alla perfezione con il tempo sospeso riconducibile per certi versi ai connotati del post-rock. Infine nel bridge il groove magnetico del basso incastra a dovere le parole dolci e spensierate di Ian, completando un’opera unica e teatrale. Con Birdaha ci svegliamo in un luogo oscuro dove voci misteriose in lontananza fanno capolino su un appiglio techno ripetitivo.

Sulle note di Fog facciamo un breve ritorno alle origini del gruppo fino a perderci in un universo grottesco, carico di sinfonie ruggenti e furiose. Prima di chiudere, ecco un altro atto armonico e ben orchestrato: Peonia è un brano melodico che esplora un percorso magico, trasmettendo una mutazione interiore del genere umano con un segnale forte. Una delle tracce più riuscite di questo disco. Nel finale la chiusura viene affidata a un’altra collaborazione, Stupid Song, che vede il contributo vocale di Carolina Zac, musicista e cantante di Buenos Aires, che trasmette un’emozione unica, avvolta in ricordi ben precisi, lasciando un colore e una forma diversa al brano.

Gli Hate Moss si confermano in questa nuova produzione, portando alla luce tutta la maturità accumulata in questi anni, con un disco originale che mescola varie culture e sonorità d’avanguardia.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni