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Postcards From New Zealand- Burn, Witch, Burn

2022 - Csquared
black metal / sludge

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Tracklist

1. Who’s Wearing Pants
2. On A Silver Plate
3. All The Same
4. Pinky Swear
5. Soccer Mum
6. Pill Fight
7. Dead Skin Care
8. Holy Bazongas
9. Themiscyra
10. Burn, Witch, Burn


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I Postcard From New Zealand sono un progetto anonimo nato nel 2008, le radici affondano nel metal, ma negli anni si sono mescolate con più di un genere musicale, dallo sludge al black, fino al grindcore. Il loro nuovo album “Burn, Witch, Burn” è il primo di una trilogia, un disco che accompagna l’attitudine del gruppo verso confini più doom e black metal, esplorando l’odio dell’umanità e la discriminazione contro le donne.

La violenza abbonda, ma l’effetto complessivo della stesura delle canzoni è stranamente edificante. Questo potrebbe essere dovuto dalla durata ridotta dei pezzi, che consente nei momenti più intensi di colpirti e lasciarti a terra dolorante.

Ci sono elementi interessanti da analizzare: i continui mutevoli riff costituiscono il chiaro nucleo di “Burn, Witch, Burn”, attraverso il continuo miscelarsi di generi i Postcards From New Zealand hanno reso l’ascolto del disco abbastanza piacevole anche per chi come me non è proprio un fan della prima ora del “genere”. A parte la sua lunghezza, l’album ha una buona struttura. All’interno di una singola canzone, poi, il suono può cambiare da riff intriganti a sezioni angoscianti con voci agonizzanti e strazianti, il tutto mantenendo un insieme coerente. Le chitarre suonano forte, vengono aggiunti più strumenti e la voce diventa sempre più cruda.

In breve, dopo oltre 25 album in poco più di 14 anni, i Postcards From New Zealand sono riusciti a creare un disco interessante e ben composto, un’ampia varietà di suoni, il che lo rende molto vario, nonostante i decisi cambi nello stile. Forse alcune delle parti che non funzionano a dovere si stabiliranno alla fine dell’ascolto o forse non lo faranno. Ad ogni modo, i momenti intriganti di “Burn, Witch, Burn” superano quelli fastidiosi: è abbastanza per pensare che valga la pena avvicinarsi.

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