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Dehd – Blue Skies

2022 - Fat Possum
alternative rock

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Tracklist

1. Control
2. Bad Love
3. Bop
4. Clear
5. Hold
6. Memories
7. Window
8. Palomino
9. Waterfall
10. Dream On
11. Empty In My Mind
12. Stars
13. No Difference


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Chitarra in stile reverb-heavy, percussioni smussate e voci idiosincratiche che includono frammenti drawl, call and response. Il tutto miscelato insieme a guaiti e un uso frequente di contro-melodie. La sobrietà del sound di genere aggancia sfumature di post-punk, spiattellandosi su wall of sound dipinte di surf rock e dream pop.

I Dehd tornano sulla scena con l’uscita del nuovo album “Blue Skies”  prodotto dalla label indipendente americana Fat Possum. Il trio alternative rock di Chicago si è formato nel 2015 ed è composto dall’istrionica musicista Emily Kempf, dal chitarrista Jason Balla e dal batterista Eric McGrady. La band ha già saltellato con successo sulla scena dell’indie-rock americano grazie al precedente album “Flower Of Devotion” del 2020.  

Bad Love, singolo estratto lo scorso San Valentino, è una traccia intrisa di sex addiction (visivo e non). In un mix di alternative rock, indie anni 2000 e amore per le melodie degli 80s, la cantante e bassista Emily Kempf si è messa in gioco come regista realizzando un coloratissimo video che ha girato insieme all’amico regista Kevin Veselka. L’immagine fortemente garage rock è una promessa verso l’audience, una festa di suoni e colori. Il sound da perfetta radio edit fa di questa canzone un manifesto senza pretese per l’avvio di un percorso artistico noisy e al contempo stiloso.  

I reverberidi Window regalano quel tocco di reverse di cui l’album necessita. Quattro minuti e poco più di vibrazioni positive, di aperture luminose su finestre liberty e trasparenti. Stars fa molto british post-punk. La manieristica impressione scaturita dal canto di Emily non fugge dal ricordo dei The Cure e da quello della voce di Robert Smith. Qui lo stylish sound è appeso su corde di psichedelia e goliardie hippie. 

I Dehd hanno instaurato una relazione rigenerativa con l’etichetta Fat Possum, concedendosi il tempo giusto per sperimentare nuovi arrangiamenti e giocare con drum machine e sintetizzatori. Pur permettendogli di continuare a scrivere e registrare da soli ogni parte dell’album, la Fat ha concesso loro alcuni vincoli discografici. Parliamo della collaborazione col tecnico del missaggio vincitore del Grammy, Craig Silvey e con l’ingegnere del mastering Heba Kadry. Il risultato è stata una seconda svolta consecutiva per la band: stavolta più acuta e intelligente, con armonie e ritmi sofisticati e ponderati.  

Nei 13 brani Jason Balla sembra voler citare di proposito i Cocteau Twins mentre Emily Kempf fa esplicito riferimento alle opere di James Brown e Dolly Parton al loro approccio musicale. 

“Blue Skies”  è una sorta di album selvaggio, una mossa di speranza tempestiva che sogna (ancora) ad occhi aperti il finire degli anni ’80.

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