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Haptic – Ladder Of Shadows

2022 - 901 Editions
ambient / neoclassica / experimental

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Tracklist

1. We Too Just
2. Once
3. And Never Again


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Sinceramente non mi va di parlare di chi siano gli Haptic, anche se devo specificare che da anni fanno parte di un sottobosco ben nutrito di sperimentatori Chicagoiani (se così si può dire), sono a stretto contatto con il mondo dell’arte contemporanea, uno di loro è niente di meno che il batterista di un gruppo che adoro (Steven Hess dei Locrian) e questo è il loro 15esimo parto; mi va, più che altro, di parlare di ciò che un album come questo ha suscitato in me.

Uscito per la bellissima etichetta di Fabio Perletta (901 Editions), divulgatrice di alcune tra le realtà più interessanti in campo sperimentale di casa nostra e non, “Ladder of Shadows” è un disco bellissimo, manco a dirlo, si compone di 3 tracce, l’una intersecata nell’altra, ma ben distinte: lunghe suite statiche in apparenza, ma ammantate da un calore così umano da renderle meravigliosamente emozionanti.

We Too Just parte piano, prosegue piano, si chiude piano, sospesa a mezz’aria, tra suoni concreti, tocchi di pianoforte solitari, crescendo di organo, batteria a sostenere un tempo lieve, quasi jazz, in sottofondo, malinconia che pervade ogni angolo. Once cade invece nelle tenebre: partendo da rintocchi improvvisi di batteria, si butta ben presto in un lungo drone così avvolgente da rendere l’aria attorno quasi tangibile. L’ultima traccia, And Never Again, torna sui binari del primo brano e chiude con un inaspettato quanto lievissimo, andare jazz che congeda l’album in un modo tanto diverso dal resto delle tracce quanto bellissimo.

Unica pecca di un lavoro come questo? Ne vuoi di più, ancora di più, ma tutto finisce purtroppo, e non ci rimane che schiacciare nuovamente play, per un altro tuffo in questo mare di sospensione dell’anima. “Ladder of Shadows” è un album meraviglioso, sperimentale sì, non per tutti ovvio, ma capace di ammaliare con il suo potere così magnetico da renderlo droga.

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