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Moderat – MORE D4TA

2022 - Monkeytown Records
elettronica

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Tracklist

1. FAST LAND
2. EASY PREY
3. DRUM GLOW
4. SOFT EDIT
5. UNDO REDO
6. NEON RATS
7. MORE LOVE
8. NUMB BELL
9. DOOM HYPE
10. COPY COPY


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Dopo sei anni dall’ultimo lavoro in studio tornano i Moderat. Il supergruppo è immutato nella line up, parliamo di Sascha Ring (Apparat) e Gernot Bronsert e Sebastian Szarzy dei Modeselektor. Nel 2017, al termine dell’ultima data del tour tenuta nella loro Berlino, i tre annunciarono l’inizio di un periodo di riflessione, non lasciando trapelare nulla sull’immediato futuro. Poi si sono susseguiti altri lavori da parte dei singoli membri (le “Soundtracks” di Ring e “Who Else” dei Modeselektor), fino ad arrivare alla pandemia, caratterizzata dall’isolamento nella cui fase più critica.

Quando le restrizioni si sono man mano allentate, i tre hanno ripreso a frequentarsi, soffermandosi sui reciproci concetti di sperimentazione e facendo lentamente prendere corpo alle rispettive idee, nel bel mezzo di composizioni modulari, field recording e altre amenità elettroniche. Il risultato finale è “MORE D4TA”, un disco in dieci tracce che abbandona del tutto il sentiero tracciato dall’esperienza maturata dagli inizi fino a “III”

Non parliamo infatti di un disco ballabile, tranne alcune funzionali eccezioni, bensì di un lavoro basato su elettronica pura, che esplora a fondo – in musica e testi – una quotidianità fatta di confinamento domestico forzato unito a un vero e proprio tsunami informativo. Per usare le parole che gli stessi protagonisti hanno speso in sede di presentazione del disco, “MORE D4TA” è una lotta tra solitudine ed eccessiva consapevolezza, un mix tossico che ha minato l’esistenza di gran parte della moderna quotidianità.

L’inizio, scandito dal lento ma inesorabile incedere della cassa di FAST LAND, è già indicativo della pienezza sonora che caratterizzerà tutto il disco. Ma trattasi di un’intro strumentale, tendente peraltro al trip hop. La voce di Ring compare in tutta la sua eterea destrutturazione con la seguente EASY PREY, una sorta di anti-inno, una dichiarazione di resa di fronte allo strapotere di una tecnologia che ha ormai preso il sopravvento sull’uomo.

La tribale DRUM GLOW ci proietta in un surreale dancefloor, dove manca l’elemento essenziale della pista da ballo, vale a dire il contatto umano. Una sensazione che diventa straniante nella destrutturata SOFT EDIT. Un lumicino di speranza si intravede in UNDO REDO, dal ritmo ossessivamente crescente ma che dentro di sé porta una lunga e ansiogena apnea. E’ il preludio all’infinita NEON RATS, sette minuti e mezzo di puro sballo danzereccio – soprattutto nel finale – che rappresentano il punto di rottura del disco, uno spartiacque tra il precedente cyber-vuoto e il successivo e ignoto scenario.

Questa ideale seconda parte di “MORE D4TA” si apre con MORE LOVE, un pezzo che abbandona in parte la sperimentazione e si tuffa in dinamiche maggiormente pop, racchiuse in una più classica forma canzone. E’ una parentesi, evidentemente: con NUMB BELL si piomba di nuovo nell’oscurità, accompagnati da un synth che disegna scale minori, sostenuto da un impianto cupo e claustrofobico. Nondimeno, DOOM HYPE prosegue il viaggio verso l’oscurità assoluta, attraverso il canto di Ring che insieme ad alcuni lampi elettronici rappresenta l’unico squarcio di luce. Lo stesso vocalist si inventa un alienato falsetto nella conclusiva e minimale COPY COPY.

C’è poco da dire su “MORE D4TA”, il supergruppo tedesco ha ancora una volta fatto centro. Innanzitutto musicalmente: la proposta sonora si dimostra all’altezza dell’alta borghesia kraut-elettronica che fu, composta da anime d’avanguardia (Faust), cosmica (Tangerine Dream), rivoluzionaria (Amon Düül), esoterica (Popol Vuh), sperimentale (Kraftwerk) e chi più ne ha più ne metta. Ma non è tutto. Con “MORE D4TA” i Moderat ci danno anche un’ottima chiave di lettura, a freddo, su cosa è piovuto sulle nostre (e dentro) le nostre teste in due anni e mezzo di pandemia. La solitudine dei vari lockdown è stata riempita da un sovraccarico informativo, che in assenza di contenuti ha reso la comunicazione ridondante, ripetitiva, superflua. 

Ciò, gioco forza, ha limitato buona parte dell’attività artistica dal vivo, avendo la politica di fatto vietato per tanto tempo le manifestazioni sia all’aperto che al chiuso. In modo silenzioso, ci dicono Ring e soci, tali circostanze hanno finanche reso difficile la creazione di nuovo materiale, soffocando irrimediabilmente le velleità di artisti spazzati via da bollettini giornalieri spesso annacquati e psicologicamente destabilizzanti. Non è un caso, quindi, ma diretta conseguenza il fatto che “MORE D4TA” non sia un disco in continuità con i precedenti, ma un vero e proprio buco nero, che descrive in modo impeccabile l’oscura realtà circostante, ma che per essere metabolizzato ha bisogno del tempo necessario e della giusta frequenza. Una volta raggiunto quel punto, “MORE D4TA” diventa una bomba.

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