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Emma Ruth Rundle – Electric Guitar Two: Dowsing Voice

2022 - Sargent House
sperimentale

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Tracklist

1. Intro To The Underpool: The Path, The Gate, The Field, The Well
2. Keening Into Ffynnon Llanllawer
3. In the Cave Of The Cailleach’s Death-Birth
4. Gathering Around Pair Dadeni
5. Brigid Wakes To Find Her Voice Anew. The Little Flowers and Birds Show Themselves
6. Imbolc Dawn Atop Ynys Wydryn. Ice Melts as The First Resplendent Rays Of Spring Pour Over The Horizon
7. The Tempest On Trefasser
8. Don Danann Dana Danu Ana
9. Standing Stones Singing / Cellphone Towers Ringing Up To The Darkening Sky
10. In Sadness For Our Dying World (Here Come The Christians)


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Emma Ruth Rundle è una di quelle artiste con un’estetica così profonda e personale, da contagiare qualsiasi suo lavoro,sia che si tratti di suonare con Dylan Carlson o col trio post-rock Marriages, sia che si tratti di interpretare da solista i suoi dischi dark ambient. Il suo nuovo album, “Electric Guitar Two: Dowsing Voice” è uscito il 13 maggio per l’etichetta Sargent House, disponibile per lo streaming e il download esclusivamente tramite Bandcamp o in formato vinile. 

Nel catalogo di Emma sono già presenti altri lavori in stile oscuro e misterioso: collaborazioni heavy metal con Thou raccolte nell’album May Our Chambers Be Full, ballate ruvide contenute in Engine Of Hell e qualche traccia nell’EP Orpheus Looking Back

Il suo primo EP, “Electric Guitar One” fu pubblicato, con poco clamore, circa undici anni fa. Registrato nel retro di un furgone da tour, sfumando note di chitarra a continui riverberi, muoveva i primi passi di un viaggio a rallentatore. “EG2: Dowsing Voice” si presenta come un sequel di quest’ultimo, restando, tuttavia, quasi un’eccezione per la Rundle, uno “strano progetto artistico”, accompagnato da un libro e da una mostra d’arte. 

Emma sovverte le solite aspettative per un disco ambient, creando un progetto unico e particolare. A differenza di altri dischi ambient, infatti, “Electric Guitar Two: Dowsing Voice” risulta un album scarno e succinto, ma al contempo straordinariamente dettagliato e interessante. Un disco riflessivo e intrigante, il cui significato risiede principalmente nelle esplorazioni puramente materiche del suono, spesso non comprensibili alla maggior parte degli ascoltatori. Mentre cerchi di discernere i suoi segreti, lasciandoti trasportare dalle intricate strutture di note e vocalizzi, “EG2: Dowsing Voice” sembra essere consapevole del suo ascoltatore e, come una fiera che non vuole essere trovata, cambia bruscamente rotta, verso quello che sarà il suo atto successivo.

Una raccolta di musica improvvisata, il disco è stato registrato durante l’inverno del 2020, in Galles. L’influenza di questi ambienti lascia un chiaro segno suelle tracce, nei titoli esoterici, nel senso di quiete sottostante e nell’estasi della voce. Rivive nel disco una sorta di riverenza nei confronti della natura e della terra, per le sue qualità drammatiche e fatali: atmosfere criptiche e surreali, intrise di bellezza e inquietudine.

Benchè nel titolo venga espressamente menzionata la chitarra elettrica, quella acustica è in realtà molto più presente: perfettamente registrata con dinamiche lussureggianti e con pochissimo trattamento sonoro. In effetti, ad eccezione di alcuni suoni rimbombanti ed echi sinuosi, gli effetti non coprono eccessivamente le fonti sonore dell’album, rendendo il tutto uno spettacolo tangibile, consumato sotto gli occhi dell’ascoltatore, grazie alla creazione di un’atmosfera unica e di una ricchezza di grandi trame. Un disco a tratti cinematografico, che cattura l’attenzione, ipnotizzandoti.

A caratterizzare “Electric Guitar Two: Dowsing Voice” è sicuramente l’inclusione della voce in svariate forme. Il canto tradizionale è sostituito da differenti tipologie di vocalizzazioni: sospiri in preda al panico, latrati angosciosi, rumori celesti e segreti sussurrati. Ogni canzone nasconde un nuovo approccio all’uso della voce, che diventa strumento. Emma gioca con la gola: canta, ulula, sussurra, abbaia, si  lamenta, sospira, e fa tutto ciò che è umano e disumano, stratificandolo su sé stesso, come fosse un coro, la cui voce si allontana dalle parole e dal loro significato, fino allo smarrimento e allo stordimento.

“EG2: Dowsing Voice” si apre con Intro to the Undepool: The Path, The Gate, The Feel, The Well, traccia inquietante in cui Emma piega gli accordi di chitarra in suoni in stile glitch e riverberati, accompagnandoli con le note conturbanti di un violoncello. È un ingresso perfetto al paesaggio onirico della seconda traccia, Keening into Ffynnon Llanllawer e all’agghiacciante canto di gola di In the Cave of the Cailleach’s Death-Birth. L’uso di echi e silenzi da vita ad un mondo espansivo, brulicante di vita. L’album progredisce attraverso cicli di pace e tumulto con esperimenti di vocalizzazione che restituiscono risultati intimi e inquietanti. Segue la traccia Gathering around Pair Dadeni, che reintroduce la chitarra acustica, mentre in Brigid Wakes To Find Her Voice Anew. The Little Flowers and Birds Show Themselves l’ascoltatore viene immerso nella quiete delle acque di una sorgente sotterranea. 

Nel singolo Imbolc Dawn Atop Ynys Wydryn. Ice Melts as The First Resplendent Rays of Spring Pour Over The Horizon la voce di Emma, magistralmente sovrapposta, diventa uno sciame. All’interno del disco è probabilmente la traccia in cui la sperimentazione vocale raggiunge il suo apice. Nel lungo brano The Tempest On Trefasser, invece, manca proprio questo tipo di sperimentazione. Il tutto è  incentrato su una frettolosa improvvisazione di chitarra acustica, accompagnata da suoni invertiti e riverberati. Forse il momento meno notevole dell’intero lavoro. Don Danann Dana Danu Ana è senza dubbio il pezzo più improvvisato, con chitarra acustica accompagnata da vocalizzazioni irrequiete e disperate. Segue la delicatezza di Standing Stones Singing / Cellphone Towers Ringing Up To The Darkening Sky, in cui vocalizzi eterei e impalpabili sono intermezzati a note folk di chitarra acustica. Il disco si chiude con In Sadness For Our Dying World (here come the Christians), decima traccia, in cui l’essenzialità della voce ci accompagna alla fine di quest visione rarefatta, lunga un intero album.

Emma Ruth Rundle ha creato un’opera mitologica. Il disco è pieno di esperimenti vocali e improvvisazioni canore, rimarcate da elementi sinfonici e un magistrale lavoro chitarristico, in cui è possibile intuire suoni di creature simili a dee provenienti da foreste profonde, grotte sotterranee, pozzi rigonfi, vento e pioggia. L’utilizzo di questi temi ha il fine di invitare gli ascoltatori ad avere una visione condivisa e fantastica del ciclo della vita, dalla nascita fino alla morte.  Creando linguaggi inventati, Emma canta, ma senza testi, urla una lingua inventata e racconta la storia di una magica e antica civiltà, dei loro travagli attraverso la foresta gallese.

“EG2: Dowsing Voice” è una strana opera d’arte, un modello da riempire con i propri sogni, desideri e paure: una meditazione guidata nell’oscurità.  Non resta che chiedersi se, in un prossimo futuro, potrà esserci un “EG3” capace di superare i precedenti e disorientarci ancora di più.

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