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Faintin’ Goats – Failin’ Gods

2022 - Dirty Beach Records / E.C.T
industrial / noise

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Tracklist

1. Killing Social Moods
2. Declaration
3. Sweat
4. Cosmological Problem of a Grown Monkey
5. CUNTinuous Annoyance
6. Cybergoat
7. Shame Talking
8. Twist Your Gaze Twice and Reverse it While Learning to Read
9. Sounds Good
10. Bad Max
11. Clap Your Hands As Soon As You Have Time To Run Upside-Down
12. Head Back
13. ´+¢&´+¢!#@


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I Faintin’ Goats tornano alla ribalta con il secondo full-lenght in studio, confermando un’attitudine rocciosa che ci trasporta all’interno di un vortice martellante gonfio di sonorità che si reggono su un cammino tortuoso e potente. La band, formata da Alessio Del Donno e Daniele Pescatore, tocca tematiche ruvide e di protesta che volano su un tappeto rumoroso dal timbro industrial. Nelle tredici tracce di “Failin Gods”, nuova fatica prodotta per diverse etichette come E.C.T (Grecia) e Dirty Beach Records (Italia) il sound potrebbe avvicinare un pubblico più variegato e mette in scena una colonna sonora delirate, che va oltre ogni schema classico.

Killing Social Moods è il primo singolo che ha anticipato l’uscita dell’album facendo da apripista. Il beat caotico della drum machine si materializza in un processo collettivo e in un racconto distorto. Un primo assaggio furioso che toglie il respiro. Declaration invece si lancia in un percorso dissonante, dove le chitarre acide si uniscono al tocco giocoso del synth, per un’atmosfera unica che sfiora l’assurdo. In Sweat e Cosmological Problem of a Grown Monkey la visione della band si sposta su strutture cosmiche, con frequenze basse e travolgenti. La tematica principale è di stampo industrial, a tratti electro dance con l’aggiunta di un solo virtuoso di chitarra che disturba al suo passaggio fino ad incontrare un bridge strumentale macchinoso nel finale. Sulle note di CUNTinuous Annoyance ci risvegliamo dentro un videogioco a 8 bit, un’idea nuova per una composizione strumentale fuori di testa.

Poi dopo il pugno allo stomaco breve ma ben assestato di Cybergoat, ci soffermiamo sul tempo ripetitivo e ipnotico di Shame Talking. Un brano dove la voce di Del Donno appare libera e allontana le distorsioni aggressive, lasciando spazio a una melodia intensa. La breve parentesi di Twist Your Gaze Twice and Reverse it While Learning to Read aziona il segnale psichedelico di Sounds Good, toccando il momento più ritmato dell’intero disco. Verso la fine troviamo altre chicche sperimentali, come la preziosa Bad Max, che cambia forma e colore in una produzione originale ma complessa da digerire, invitando al discorso misterioso di Clap Your Hands As Soon As You Have Time To Run Upside-Down e alla follia estrema di Head Back. Un’ennesima traccia incredibile, che si regge su una vibrazione oscura e ben strutturata. L’album infine si conclude con un messaggio da decifrare: ´+¢&´+¢!#@ è un autentico sigillo grottesco che spiazza l’ascoltatore in una narrazione personale ironica.

I Faintin’ Goats ci ricordano che il mondo in cui viviamo è pieno di insidie e che bisogna affrontare la realtà con un appiglio diverso e raggiante. In questo secondo album viene inserita una sintesi del genere umano con una grande qualità sonora.

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