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Leda – Marocco Speed

2022 - Il Piccio Records
alt-rock

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Tracklist

1.Il politicante
2.Niente è lo stesso
3.Mai
4.Insonnia
5.Marocco Speed
6.Femme flow
7.Tu mi bruci (feat. Paolo Benvegnù)
8.Quasi ombra


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Siamo alla seconda prova in studio per i Leda, dopo l’ottimo esordio di Memorie dal Futuro” arriva “Marocco Speed”, conferma della validità ed allo stesso tempo dell’evoluzione dell’espressione artistica della band marchigiana. A fronte di un cambio di formazione, Serena Abrami e compagni hanno spostato la propria proposta su di un piano più dark-wave e psichedelico senza mai perdere di vista l’attitudine cantautorale e il peso delle parole. Si tratta di un disco più ombroso delle precedenti produzioni, sembra dipinto in una scala di grigi, come suggerito dall’artwork di copertina realizzato da Claudio Cowarte Carloni.

“Marocco Speed” è un disco prevalentemente chitarristico, nelle sue più disparate sfaccettature magistralmente orchestrate da Enrico Vitali. Si passa da accompagnamenti graffianti a parti solistiche alla Sonic Youth fino a decorazioni soniche degne di Ed O’Brien dei Radiohead. Non manca poi l’utilizzo, seppur non onnipresente, dell’elettronica a dare quel sapore di dark-wave e ad impreziosire il lavoro con un lontano sentore di Depeche Mode che male non fa mai. Completano il quadro un’ottima sezione ritmica espressiva e mai fuori luogo, si veda l’incedere sghembo e claudicante di Insonnia, per me lampante dimostrazione della sensibilità e del senso delle proporzioni del quartetto.

Ho particolarmente apprezzato le tematiche trattate nei pezzi sempre sentite e accorate, come nella traccia d’apertura Il Politicante, una denuncia della strumentalizzazione di ogni storia e situazione sociale solo per il proprio tornaconto personale e per “il tuo consenso elettorale”. Così anche la title track Marocco Speed, con la sua aura spettrale e oscura, descrive un paesaggio desolato di abbandono e solitudine che non trova nessuna soluzione ma solamente una presa di coscienza malinconica e struggente. Da notare la partecipazione di Paolo Benvegù in Tu Mi Bruci, pezzo anch’esso in totale stile Leda, forse un po’ più luminoso degli altri, ma che offre una palette sonora particolarmente soddisfacente a partire dalla complementarietà dell’intreccio di due notevoli voci maschile e femminile, fino al sofisticato arrangiamento.

Una menzione va alla voce di Serena che riesce sempre ad incantare l’ascoltatore con la sua potenza e al contempo alla sua delicatezza, sempre posata e al servizio della musica. Questo disco è sicuramente un nuovo traguardo e un nuovo ambiente per la voce questa talentuosa cantautrice che non smette di dimostrare la sua versatilità e creatività.

“Marocco Speed” è un disco maturo che ha ben presente quello che vuole essere e te lo sbatte in faccia in tutta la sua magnifica malinconia, negli intensi argomenti e nei suoni personali e osati, nel rifiuto dell’omologazione per principio e con il suo coraggio artistico di esporsi e dire quello che si pensa nel profondo.

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