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Belle And Sebastian – A Bit Of Previous

2022 - Matador
indie pop

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Tracklist

1. Young And Stupid
2. If They’re Shooting At You
3. Talk to Me, Talk To Me
4. Reclaim The Night
5. Do It For Your Country
6. Prophets On Hold
7. Unnecessary Drama
8. Come On Home
9. A World Without You
10. Deathbed Of My Dreams
11. Sea Of Sorrow
12. Working Boy In New York City


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Undicesimo album in studio per i Belle And Sebastian. I veterani dell’indie pop made in Scotland tornano a tre anni di distanza da “Days Of The Bagnold Summer” con un disco interamente autoprodotto nella natia Glasgow. Non che ciò fosse nei piani, e in effetti non accadeva dai lavori di “Fold Your Hands Child, You Walk Like A Peasant” (2000), ma la pandemia ha impedito alla band di Stuart Murdoch di muoversi verso Los Angeles, tappa stabilita per le registrazioni del nuovo disco. Dopo le ovvie difficoltà del caso è così venuto alla luce “A Bit Of Previous”.

Commento pleonastico se parliamo dei Belle And Sebastian, ma diciamolo subito: è un disco conservativo, senza che ciò non rappresenti necessariamente un aspetto negativo. Dal punto di vista sonoro la band non aggiunge né toglie nulla al suo bagaglio pregresso, né tantomeno al panorama underground di cui fa parte. Tuttavia, non sembra trasparire mancanza d’idee: il tema centrale (a partire dal titolo dell’album) è la nostalgia. C’è un’idea di fondo quindi, che a sprazzi mette in musica tutto ciò che nel tempo è stato proposto dal collettivo di Glasgow. Un’idea che si dirama pian piano e regala riflessioni al solito mature, ferme, pacate, senza perdersi in inutili giri di parole o retropensieri. Negli anni, uno dei punti di forza dei Belle And Sebastian è stata l’efficacia di un messaggio esposto in modo semplice, e immancabilmente è così anche in “A Bit Of Previous”.

L’iniziale Young And Stupid, un melodico mid tempo, è un inno alla nostalgia, un piccolo trattato sulla beatitudine giovanile, ma If They’re Shooting At You rompe subito lo schema, creando da subito un’atmosfera rilassata e confidenziale anche grazie al coro guidato da Anjolee Williams. Il testo, nello specifico, è garbatamente pacifista, in un’epoca in cui non è mai abbastanza chiedere di darsi tutti una calmata. I proventi del singolo provenienti da Bandcamp, fa sapere Murdoch, saranno interamente devoluti alla Croce Rossa operante in territorio ucraino.

Un po’ di brio inizia a intravedersi con Talk To Me, Talk To Me, intriso di synth ben calibrati e a tratti inebrianti, ma ancora una volta irrompe l’alternanza, quindi spazio alla più minimale Reclaim The Night, un pezzo a trazione femminista. Non mancano le ballad: la folkeggiante Do It Your Country, dominata dalle chitarre acustiche e metaforicamente riferita alla propria patria, trasfigurata nell’immagine di una donna, sembra la rivisitazione moderna di parte del repertorio di Simon And Garfunkel.

Atmosfere decisamente eighties, a partire dall’uso che si fa dei synth, si respirano in Prophets On Hold, che è seguita dall’adrenalinica (e velatamente autocelebrativa) Unnecessary Drama. Il registro cambia in continuazione, quindi ecco sbucare dal nulla lo swing pop di Come On Home, che ha un testo ispirato allo scorrere del tempo, con tutte le sue conseguenze sulle convinzioni umane. In questo caso sono notevoli sia il registro vocale seguito da Murdoch, sia l’ottimo utilizzo in combinata di chitarre e fiati.

Ancora indietro nel tempo, dritti verso gli anni ’80, A World Without You segue i classici canoni della canzone d’amore. Altra ballad (acustica) di sicuro interesse è Deathbed Of My Dreams, laddove Murdoch si permette il lusso di vestire i panni del crooner. Sempre in tema di lenti (facciamo i nostalgici fino in fondo) Sea Of Sorrow è malinconica e attraversata – oltre che dall’elettronica – dai tasti di un pianoforte che con discrezione ci accompagna fino alla conclusiva Working Boy In New York City, il tassello mancante che consente ai Belle And Sebastian di fare definitivamente pace col proprio passato.

In conclusione, “A Bit Of Previous” può piacere o meno all’ascoltatore, a prescindere che si tratti di neofiti o veterani dei Belle And Sebastian: è ovviamente questione di gusti. Ciò che mi preme sottolineare è che la band di Glasgow riesce sistematicamente a mettere in musica l’idea che ho di loro. Saranno venticinque anni che me li immagino intorno a un fuoco a suonare e raccontarsi storie. Il tempo passa, e quei racconti sono nel frattempo diventati lezioni di vita, elargiti senza presunzione da ragazzi diventati adulti.

Al giorno d’oggi Murdoch e soci sono saggi cugini per noi boomer cresciuti a pane e “If You’re Feeling Sinister”, ma al tempo stesso zii che non disdegnano il giusto consiglio per i millennials, impegnati nell’affannosa rincorsa tipica del loro tempo. In entrambi i casi, nello smarrimento che caratterizza diverse e variegate generazioni, la costante immutabile è la musica dei Belle And Sebastian

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