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Def Leppard – Diamond Star Halos

2022 - UMe
hard rock

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Tracklist

1. Take What You Want
2. Kick
3. Fire It Up
4. This Guitar
5. SOS Emergency
6. Liquid Dust
7. U Rok Mi
8. Goodbye For Good This Time
9. All We Need
10. Open Your Eyes
11. Gimme A Kiss
12. Angels (Can't Help You Now)
13. Lifeless
14. Unbreakable
15. From Here To Eternity


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Massimo rispetto per i Def Leppard. Producono dischi da più di quarant’anni e continuano a fare una buona figura in concerto, nonostante l’età avanzata e i classici acciacchi di chi ha superato la sessantina. Sarà una cosa banale da dire, ma tra i segreti del loro successo vi sono sicuramente una smisurata forza di volontà e un’enorme passione per il mestiere – sempre molto remunerativo per il quintetto britannico, che può vantarsi di aver venduto più di cento milioni di copie in tutto il mondo.

Essenzialmente credo siano questi gli ingredienti alla base dell’elisir di lunga vita di una band che, nel suo periodo d’oro, ha superato più o meno indenne due terribili disgrazie: l’incidente stradale che lasciò senza un braccio il batterista Rick Allen e la morte per un mix di alcol e droghe di Steve Clark, chitarrista solista e autore di un’infinità di pezzi forti. Eventi traumatici di un passato remoto che, nonostante i decenni trascorsi, hanno impresso ferite profonde sulla pellaccia dei Def Leppard.

Che saranno pure tosti ma, in fondo in fondo, hanno un cuore d’oro che gronda melassa, come ben ci dimostrano nelle quindici tracce che compongono il nuovo “Diamond Star Halos”. Un album pieno zeppo di ballad e semi-ballad dai suoni estremamente levigati e patinati anche per gli standard di Joe Elliott e compagni, che dai tempi del fortunatissimo “Pyromania” non nascondono una certa propensione per il linguaggio immediato del pop d’alta classifica (o, per meglio dire, del pop di vecchia classifica).

Il disco, che a metà marzo era stato annunciato come un umile omaggio ai maestri del glam rock (T. Rex, Mott The Hoople, David Bowie…), si trascina per la bellezza di un’ora senza mai davvero ricollegarsi agli irraggiungibili modelli o sferrare “zampate” degne di nota, se non nei rari passaggi più fedeli alle antiche sonorità hard & heavy cafone (in senso buono, naturalmente…) e pompate.

I Def Leppard di “Diamond Star Halos” divertono e convincono – ma neanche troppo, a essere estremamente sinceri – solo quando decidono di mostrare i muscoli, senza farsi prendere dalla smania di stupirci con arrangiamenti inutilmente raffinati. Un esempio? Gli inserti orchestrali un po’ troppo invadenti delle magniloquenti Angels (Can’t Help You Now) e Goodbye For Good This Time, interessanti solo per la presenza di Mike Garson al pianoforte.

Non male i timidi riferimenti beatlesiani che baciano le note e l’arpeggio iniziale di Take What You Want, così come il coinvolgente ritornello di una All We Need che, in un’altra era, avrebbe spopolato sulle radio di mezzo mondo. Sono invece da dimenticare le insipide ballatone country rock che rispondono ai titoli This Guitar e Lifeless; e lo dico con un certo dispiacere perché in entrambe vi compare Alison Krauss, un’ospite di prestigio che vanta quasi trenta Grammy in bacheca

Facciamo così: se siete immarcescibili fan del gruppo, provate a farvi piacere Fire It Up, SOS Emergency, Open Your Eyes, U Rok Mi, Kick e Gimme A Kiss: ideali per un party tra amici o un viaggio spensierato in macchina, oltre che piene zeppe di quelle chitarrone elettriche, di quelle melodie appiccicose e di quegli strati di armonie vocali che da sempre sono un marchio di fabbrica dei Def Leppard.

Ma il miglior consiglio che vi posso dare è questo: andate a togliere la polvere dalla vostra copia di “Hysteria” e godetevi i bei tempi che furono senza provare a digerire un presente che non è sconfortante, ma risulta decisamente stantio. 

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