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GOLDENGROUND: Le Nevralgie Costanti

Esiste un mondo sommerso, una selva di persone, passioni e cuori che stanno dietro alla musica e che ogni giorno la nutrono con amore paterno, nascosti dietro le quinte della scena. Goldenground va a scavare negli intricati tunnel dell’underground per portare alla luce le scintillanti pepite d’oro sparse in tutta Italia e per dare voce a chi è solito dare voce alla musica.

Oggi ai nostri microfoni ospitiamo Mirko Rossi, illustratore attivo ormai da anni nella scena con lo pseudonimo Le Nevralgie Costanti. Mirko ha prestato il suo immaginario a band come Nadja e Lilith Lemorte, il suo stile è altamente riconoscibile tra figure umane ultraterrene al limite dell’onirico, colori futuristici e scenari impossibili. Al momento è in corso una sua mostra allo Spazio Nadir a Vicenza che durerà fino al 18 giugno. Lo abbiamo incontrato

Ciao Mirko e grazie della tua disponibilità, iniziamo dal tuo nome, come hai scelto “Le Nevralgie Costanti”? Cosa significa per te?

Ciao, grazie a te per l’intervista! Il nome non ha niente a che fare con malattie mentali o altro (mi è capitato di ricevere messaggi da gente che ha questi problemi, e mi dispiace ma non saprei come aiutarli) il nome “Le Nevralgie Costanti” è stato partorito assieme ad un amico (Francesco Zorzella) che ora abita a Berlino, in una serata di arte e baldoria. Ci si trovava a casa mia e si dipingeva tra musica e birrette, c’era questa idea di creare un progetto artistico. Volevamo un nome strano, particolare…così sono nate “Le Nevralgie Costanti“.

Come hai iniziato il tuo percorso con le arti grafiche? Quali sono stati i tuoi primi lavori?

Ho iniziato più di 20 anni fa a disegnare, dopo l’istituto d’arte (dove si disegnava pochissimo) ho fatto due anni ad un corso di fumetto,  ma non faceva per me, praticamente sono un autodidatta. Rifacevo lo stile di Miyazaki nei primissimi lavori e Moebius, poca tecnica e molta incertezza. Ho fatto due anni a disegnare occhiali di moda e li se volevi tenerti il lavoro dovevi avere la mano sicura. Grazie al lavoro come designer ho migliorato moltissimo la mia tecnica, e ho scoperto dei cataloghi di Giger bellissimi. C’è stato un cambiamento brutale nei soggetti. Sfondi rossi con figure tra l’umano e l’alieno di colore scuro, dipingevo molto su legno con gli acrilici nel periodo 2002/2004. Abbiamo iniziato a fare le prime mostre (io e Francesco) poi c’è stato un nuovo cambiamento. A parte un progetto laterale con dei lavori ispirati a Pinocchio, ho iniziato a fare e sentire qualcosa di mio, di molto personale. Ognuno ha preso la sua strada e io mio sono tenuto il nome “Le Nevralgie Costanti“.  Frequentando centri sociali, rave party, locali underground ho iniziato a conoscere nuove realtà, nuove amicizie e posti dove esporre. Poi internet ci ha messo del suo a farti conoscere in giro. Dal 2012 che “Le Nevralgie Costanti” ha intrapreso il percorso artistico attuale. passando dal bianco e nero a colore.

Quali sono le tue influenze? Non per forza artistiche, anche musicali o cinematografiche.

Moebius, Giger, Miyazaki sono stati i primi maestri, loro sono alla base di tutto il mio percorso. La musica sperimentale poi, tanta elettronica anche quella bella pesa. Poi i film di fantascienza, gli anime. E tanta curiosità, soprattutto per i libri d’arte, libri di esoterismo e occulto, religione, passando dai fumetti ad ascoltare amici parlare di filosofia. Una babele di idee, voci, suoni, immagini che sono pronte ad esplodere.

Le tue opere sono molto particolari anche nella scelta del colore e delle forme. Che cosa vuoi trasmettere con le tue opere? C’è un tema ricorrente?

Cerco di creare forme ibride, androgine, mescolare uomo e donna, creature intersessuali. Nei primi lavori in bianco e nero si notavano molto le figure femminili, dove c’era in atto una trasformazione del corpo. Uccidere il corpo per farne uno nuovo. Erano delle chirurgie sperimentali. Ho sempre cercato questo nei miei disegni, forse inconsapevolmente nei primi periodi in bianco e nero soprattutto. Ora usando il colore, sono alla ricerca di una nuova forma di corpo, di idea di bellezza, fragile e non convenzionale. Corpi uniti tra loro, post umani, in un unica alchimia di luce e ombra, inquietudine e serenità. Non esiste una forma definitiva del sè, ma è una continua mutazione di forme, organi e parti artificiali. Dove il corpo diventa il luogo delle malattie, paure, seduzione e mistero, ma anche la nascita di una nuova vita.

Sappiamo che hai prestato le tue opere per vari artisti, tra cui gli imponenti Nadja. Com’è stata l’esperienza?

I Nadja li ho conosciuti a Berlino, ero in un locale con un amico e c’erano anche Stefania e Bruno degli Ovo e me li hanno presentati. Mi hanno contattato loro poi grazie a Napo degli Uochi Toki, che gli aveva fatto vedere i miei lavori. Da li è iniziata la collaborazione per l’album “Sonnborner“, super gentilissimi e professionali, hanno amato da subito un’opera e quella è diventata la copertina per il loro disco.   

Lavori molto con le commissioni? Com’è il tuo rapporto con le persone che ti contattano?

Ogni tanto mi capita di fare qualcosa su commissione, soprattutto a livello musicale, collaborando con band/artisti vari. Portare la mia arte a mescolarsi con le loro idee, suoni, rumori,  creare una perfetta armonia tra chi crea melodie e io che disegno le loro immagini sonore. Dove poi nascono anche belle amicizie, (vedi Lilith Le Morte, Toten Schwan,), ti fai i festival assieme, vedi il tuo lavoro in giro su vinile e ti gasa perché la band/artista che ti ha contatto, ha visto, creduto, sentito che quello che faccio corrisponde in quel momento al loro pensiero creativo. E poi scopri nuove sonorità, nuove forme sonore, come aprire un libro senza fine, questa roba mi piace un sacco. Grazie sempre a questi contatti, ho fatto anche un fumetto (ho disegnato le figure) per l’etichetta di Valerio Lovecchio la “Swiss Dark Nights” vedi, nascono situazioni impensabili, Valerio ha sempre apprezzato il mio lavoro, e mi ha portato in questa avventura diciamo irripetibile, è stato uno sforzo tremendo ma impari sempre cose nuove.

Sappiamo che hai realizzato anche dei libri, ci racconti qualcosa su questo?

Sono usciti 8 libri solo con i miei lavori. I primi due sono stati autoprodotti, (il secondo è una combo arte e poesia con Niccolò Furri) poi ho conosciuto Paola Verde, una ragazza che all’epoca abitava a Berlino e aveva una galleria “Kunst Kabinet 451”. Mi ha stampato due libretti e abbiamo fatto una mostra nel 2015 (esperienza bellissima) grazie a Paola, la galleria di Bologna, “Blu Gallery” mi ha scoperto ed è nato un nuovo libretto per la mostra “43 Sintomi”. Nel 2018 sono usciti poi altri due libri, uno con Mattia Ferri per Edizioni Inkiostro e un altro autoprodotto. L’ultimo è stato fatto l’anno scorso da Modo Infoshop per l’esposizione “L’Abisso”. Molti lavori sono in varie pubblicazioni di case editrici straniere e italiane soprattutto con il collettivo “Interiors” di cui c’è un ottimo rapporto di amicizia e collaborazione. Tornando alle commissioni, ho fatto anche una copertina, per la raccolta “Human” di Moscabianca Edizioni, per “Essere o Non Essere Una Sottomessa” di Sophia Libera (Nadia Gobbi) e per Joe Kamm, uno scrittore americano

Parliamo un po’ di musica, ci dici la tua band preferita e l’ultimo disco che ti ha particolarmente colpito?

Sono tanti, troppi…ascolto di tutto, dall’ambient, all’elettronica, sperimentale, cantautorato italiano. Quando devo soprattutto disegnare, quando mi devo concentrare e perdermi nel caos dei colori ecco che in aiuto mi arriva ad esempio Lisa Gerrard, Brian Eno, Satie… ma anche Battiato, Juri Camisasca, Schulze, Scott Walker, Legendary Pink Dots. Attualmente potrei farti il nome di Lingua Ignota, Anna Von Hausswolff, Moor Mother. Invece come disco dico Iosonouncane – Ira.

Se volessi avere una tua opera o una tua commissione, come faccio a trovarti?

Sul mio sito lenevralgiecostanti.weebly.com. Lì puoi trovare anche il link dello shop, altrimenti contattandomi per mail o direttamente su Facebook (Mirko Rossi o la pagina di Le Nevralgie Costanti), o su Instagram (le.nevralgie.costanti).

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Al momento è in corso un’esposizione allo Spazio Nadir di Vicenza (22 maggio – 18 giugno), poi sto realizzando una copertina per un progetto di musica elettronica, un piccola mostra di sole stampe a Padova in giugno, e partecipare a mercatini in vari festival.

Ti lascio uno spazio per i ringraziamenti e qualsiasi cosa tu voglia far sapere ai lettori di Impatto Sonoro.

Ringrazio te e Impatto Sonoro per avermi dato modo di parlare delle mie opere, visto che in pubblico non lo faccio mai, non fa per me. E ringrazio chi mi supporta e crede in quello che faccio, entrando in contatto, in sintonia con una parte della mia anima.

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