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The Flex – Chewing Gum For The Ears

2022 - Static Shock
punk / hardcore

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Tracklist

1. Warboy
2. Inferno
3. Beechwood terrace
4. Lost Cause
5. Voight – Kampff
6. Soma holiday
7. Flex IV
8. Last ones left
9. Stranger
10. Chewing gum for the ears


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Allora ragazzi, i Flex da Leeds sono in giro da quasi dieci anni, ormai. Io ne avevo sentito parlare poco, in verità, perché ammettiamolo, negli ultimi tempi in Inghilterra ha spadroneggiato un oi! Rock’n’roll difficile da trovare altrove e, ahinoi, irresistibile, che ha un po’ messo in ombra le realtà dedite al mosh nate a Londra e  nelle altre città britanniche.  Il loro primo disco, intitolato “Wild Stabs In The Dark”, arrivò nel 2014 e dopo quella pubblicazione, che aveva già fatto intendere chiaramente la strada che stava intraprendendo la band, vennero prodotti solo alcuni EP e live, senza però tornare definitivamente in studio.

Rieccoli, quindi, con un disco nuovo, finalmente. “Chewing Gum For The Ears” è un lavoro stomp d’altri tempi, che ricalca in chiave british l’attitudine nichilista e casinara di Rival Mob e Boston Strangler, esasperandone la vena violenta. Esce sulla londinese Static Shock, ovviamente, in collaborazione con Lockin Out (Cold World, per intenderci ) per ciò che riguarda la distribuzione in USA, e non lascia spazio a romanticismo o introspezione. Tutto ciò che potremmo definire con il prefisso “-post” viene spazzato via da riff, mosh e baraonda.

“Chewing Gum For The Ears” diverte, innanzitutto. Non grazie ad un’attitudine paninara o un menefreghisimo alla “yeah but still”, attenzione. Diverte per la versatilità e la facilità con le quali è riuscito a trovare nuove vie per  riprodurre un genere che, se fatto male, risulterebbe per natura poco orecchiabile. In alcuni pezzi, come l’iniziale Warboy, sembrano i GBH, ma in altri, come Lost Cause, virano potentemente verso Warzone e Slapshot, soprattutto nei bridge e nei tratti a rilento. Tale struttura, cioè inizio crust e fine old school – mosh, si ritrova con facilità anche nella successiva  Voight-Kampff e nella finale ed esplicativa Chewing Gum For The Ears, mentre brani come Last Ones Left, nel loro trasmettere crudeltà gratuita, fungono da intercapedini nella costruzione globale del lavoro.

“Uhhggg!” e artwork anni ’80 inclusi, nemmeno a dirlo.

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