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TV Priest – My Other People

2022 - Sub Pop
post punk

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Tracklist

1. One Easy Thing
2. Bury Me In My Shoes
3. Limehouse Cut
4. I Have Learnt Nothing
5. It Was Beautiful
6. The Happiest Place On Earth
7. My Other People
8. The Breakers
9. Unravelling
10. It Was A Gift
11. I Am Safe Here
12. Sunland


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Gli inglesi TV Priest tornano a girare fortissimo nel mondo discografico, nonostante gli ultimi due anni complicati da gestire. Dopo il grande successo del precedente album “Uppers”, dove il tutto ruotava attorno a un mondo sommerso nel caos e quel rumore furioso old school, ci riprovano con questo secondo capitolo molto più personale e riflessivo. “My Other People” è un lavoro intenso che disegna in musica il lamento interiore del cantante e frontman Charlie Drinkwater sopra un tappeto di chitarre taglienti e melodiche al punto giusto. Il sound post-punk attuale spinge poi forte sulle emozioni ricercate della band, per un risultato originale e facilmente riconoscibile.

L’opener One Easy Thing colora il percorso con un feedback malinconico, tagliando le basse frequenze sulla linea vocale rauca che prende vita in un ritornello accogliente e una ritmica ripetitiva. Un brano semplice e orecchiabile. Segue allo stesso modo Bury Me In My Shoes, ma con una vibrazione oscura e martellante che ci trascina in un vortice sporco e dissonante, invitandoci ad affrontare i problemi della vita con la giusta attenzione. Il basso corposo crea un tema macchinoso, completando la traccia su distorsioni stupende. Limehouse Cut è una metafora suggestiva con un ritmo che va al rilento, toccando un momento sensibile e silenzioso, mentre nei due seguenti brani I Have Learnt Nothing e It Was Beautiful, Charlie descrive canzoni d’amore profonde che arrivano dal passato. Le chitarre ruvide accennano delle cavalcate punk noise dal tiro graffiante, in un viaggio caotico e intrigante. La ballata sensuale The Happiest Place on Earth invece lascia un effetto collaterale sulla pelle, in cui le note armoniose si uniscono a un arpeggio dolce e rilassante, per una composizione che vive di vita propria.

La title track mette tutto in ordine e porta ad uno dei cavalli di battaglia del gruppo, tracciando un’identità unica e di spessore. Il timbro contagioso della canzone aziona una combo micidiale di basso e batteria che incastra un riff potente e ampio rendendolo uno dei brani migliori di questo lavoro. The Breakers invece è una composizione che parla della vera amicizia, dedicando un piccolo spazio a quelle persone che ci sono sempre. Una traccia incantevole e struggente. Con il pianoforte che arriva da un luogo misterioso si apre la poesia di Unravelling: il tempo selvaggio e introspettivo esplode in una carica incredibile e raggiante, per chiudersi in modo calmo nella parte finale.

Verso la fine troviamo It Was A Gift che cavalca un giro vivace della distorsione e un passaggio poetico della voce e che abbraccia la seguente desolazione di I Am Safe Here, un’opera affascinante che trema nel vuoto di un testo intrigante. La chiusura viene affidata alle sinfonie dormienti di Sunland, per un’emozione magica che unisce il caloroso pensiero del cantante in un’atmosfera notevole e profonda.

La band londinese con questo nuovo album celebra un mosaico spensierato che fa da sottofondo alle nostre giornate e ci accoglie in un racconto autentico della vita.

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