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Lykke Li – EYEYE

2022 - Play It Again Sam / Crush
dream pop / songwriting

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Tracklist

1. NO HOTEL
2. YOU DON'T GO AWAY
3. HIGHWAY TO YOUR HEART
4. HAPPY HURTS
5. CAROUSEL
6. 5D
7. OVER
8. ü&i


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A quattro anni di distanza da “so sad so sexy” e a tre dall’EP “still sad, still sexy”, è tornata Li Lykke Timotej Zachrisson, la cantautrice svedese meglio nota semplicemente come Lykke Li. “EYEYE” è il quinto lavoro lungo per l’artista di Ystad, una sorta di ripartenza da coordinate stilistiche più vicine alla fase che ha preceduto le ultime due pubblicazioni, segnate da tracce di rhythm and blues che avevano un po’ diviso critica e pubblico.

EYEYE” marca l’interruzione del rapporto con Jeff Bhasker, che aveva contribuito a quel cambio di registro, e l’avvio di una nuova collaborazione con Björn Yttling (dei Peter Björn and John), con cui l’artista aveva già lavorato in passato, plasmando il suo sound. Ma la Lykke Li di oggi non si rigetta a capofitto nella sua comfort zone, preferendo rimodellare una proposta artistica che oggi si fa più essenziale e scheletrica che mai.

Il disco è breve, superando di poco la mezz’ora con otto brani ascrivibili più facilmente alla voce cantautorato che a quella del pop: da NO HOTEL, che riesce a essere discretamente adesiva nonostante un certo minimalismo, a ü&i, stratificata e struggente, che con la sua lunga e sfumatissima coda rappresenta oltre un quinto della durata totale del disco. Anche nel mezzo, i brani mantengono una personalità limpida e solida: il dream e l’indie pop flirtano in YOU DON’T GO AWAY, anche se i più riconoscibili esperimenti in direzione onirica sono quelli di HIGHWAY TO YOUR HEART, uno degli epicentri emozionali di “EYEYE”, e CAROUSEL, con la sua leggerezza ipnotica. 

Ci sono tracce di delicata psichedelia in HAPPY HURTS, costruita su trame sintetiche caliginose, ma i due episodi più puramente pop sono 5D e OVER: la prima, perfettamente inserita nel contesto, conserva nella sua interezza quel senso di fragilità che rappresenta un po’ la cifra stilistica dell’artista svedese, ma è impreziosita da un ritornello a presa rapidissima, mentre la seconda sembra voler provare a esorcizzare il bisogno di qualcuno con un’architettura raffinata.

Con il suo quinto full length, Lykke Li riesce a riconfermarsi fra le più autorevoli realtà per il genere, come accade da ormai tre lustri. Forse troppo cantautorale per conquistare le radio, forse troppo pop per essere il disco di una vera e propria songwriter, “EYEYE” è un lavoro meno semplice di quanto sembri e che testimonia come la svedese riesca a essere sempre riconoscibile, ma senza essere mai troppo simile a se stessa.

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