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Back In Time

“Significant Other” dei Limp Bizkit, dove tutto è cominciato

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È soltanto una di quelle mattine in cui non vorresti mai doverti svegliare, tutto è una merda e chiunque ti sta sul cazzo, non sai neanche perché ma ti senti giustificato a staccare la testa dal collo a qualcuno. Nessun contatto umano e se ce l’hai stai già contrattando la tua vita, la cosa migliore è starne fuori, figlio di puttana

– Break Stuff

Contesto storico: giornata calda di inizio estate, seconda media appena conclusa, zero scazzi. Si prospettava un’estate intensa di puro divertimento con gli amici. Ma io ero ancora fisicamente un bambino, sbarbato, timido e impacciato con un nuovo millennio alle porte. Del mondo e delle sue vicissitudini quindi non me ne fregava una mazza, bastava poco per essere felice, un pallone, un paio di amici e un lettore cd ti davano l’impressione di essere il re del mondo. Ancora ignaro di ciò che stava succedendo e di quello che da lì a poco stava cambiando la mia vita.

La causa di tanti mali fusicuramente MTV. Non ero abituato a vedere e ascoltare certe cose. Fino ad allora, al contrario dei miei coetanei, con il mio lettore cd o il mio mangia cassette (eh si, io lo chiamo così) ascoltavo le band che avevano fatto la storia del Rock, come Deep Purple, Led Zeppelin e Rolling Stones, che poi mi avevano dato anche l’input per iniziare a suonare uno strumento, ovvero la batteria.

E invece come una scarica di pugni in faccia ascoltare per la prima volta Korn, Limp Bizkit, Blink 182, Deftones, System Of A Down ecc. mi svegliò dal letargo della pubertà (forse). Soprattutto gli atteggiamenti da bulli, i Fuck ripetitivi di cui all’epoca non conoscevo l’esatta declinazione, ma andava bene così, il modo di vestire, cominciarono ad attirarmi sempre di più e mi fecero capire che il mondo stava proprio cambiando, la musica stava cambiando, io stavo cambiando (chi non ha adorato i pantaloni con il cavallo alle ginocchia e con il culo di fuori non può capire).

Come un uragano, “Significant Other” diventò uno strumento di passaggio a “Chocolate StarFish And The Hot Dog Flawored Water”, imprescindibile per la vita di un quindicenne brufolato che cercava di dare le prime stecche sui tamburi. All’interno si sente la continuazione dell’album precedente, ma soprattutto le basi strumentali del disco successivo, che diciamolo, è una bomba, ma le cose sono iniziate prima. Basta ascoltare bene.

La fine degli anni ‘90 diede vita al boom del Nu metal con i Korn a farne da padroni, alle boy band come i Backstreet Boys, o al Pop Punk dei Blink 182. Ognuno poteva scegliere lo stile preferito. Ma occhio a non dirlo troppo in giro, eh. E poi, a due anni di distanza dal primo disco in studio “Three Dollar Bill, Y’All $”, grazie ad un acclamato successo per le molte rotazioni su MTV e comparse nei vari programmi del frontman Fred Durst , “Significant Other” portò i Limp Bizkit tra le band più influenti degli ultimi decenni. Fino a vendere già dall’inizio della sua uscita circa a 800 mila copie, soprattutto tra i giovanissimi, con un totale di 10 milioni di copie.

Grazie ai loro atteggiamenti riuscirono a diventare un vero culto, con grandi performance dal vivo, la potente cover di Faith di George Micheal, i bizzarri travestimenti del chitarrista Wes Borland, l’amicizia con i Korn e il loro inserimento nel Family Values e l’ingresso di DJ Lethal degli House Of Pain. Tutto ciò spinse l’icona Fred Durst, con il suo cappellino rosso, al limite dell’incoscienza, ma il suo piano è sempre stato coerente e funzionale: i Limp Bizkit devono farsi odiare e creare spaccature tra i vari fan dei generi che rientrano nei propri due mondi, il Rap da una parte e il Metal dall’altra. Questo portò la band ad essere spesso bistrattata da pubblico e critica, ma il progetto era ben chiaro, più si parlava di loro, anche negativamente, più allora la band acquistava importanza da quella cerchia di ragazzi che cercava di rompere con la modernità, rompere nel senso letterale del termine.

Photo: Paul Natkin

Ed è qui che entra in ballo MTV, la sua importanza per il gruppo della Florida è stata pazzesca. Grazie ai suoi programmi in cui la partecipazione dei Bizkit era quasi assidua, il canale Tv li portò a suonare all’edizione del 1999 del Festival di Woodstock, in cui Fred fu accusato di aver incitato la folla già abbastanza aggressiva a far uscire tutta la sua ostilità verso questo mondo e le strutture della società moderna americana, strutture del Festival poi distrutte e date alle fiamme.

You wanted the worst
You got the worst
The one
The only
Limp Bizkit

Così inizia l’intro di “Sighificant Other”.

You wanted the best?
Then don’t get the fuckin’ Backstreet Boys CD!
Cause in this house it’s Limp-motherfucking-Bizkit!
Balls made of steel
But don’t hit me in the nuts though
Limp Bizkit’s in the house!
You ain’t shit!

L’album venne prodotto da Terry Date e mixato da Brendan O’Brien, già produttore di stimata esperienza con i Pearl Jam. Ne uscì un lavoro accattivante e potente, ma allo stesso tempo pulito, dimostrando tutto il potenziale ai loro“haters”. Dopo il classico intro, che la band userà spesso nei propri album, come anche gli outro, arriva Just like This con la sua base martellante e il ritornello invitante, è la vera e propria opener del disco. Ne segue Nookie, il primo singolo dell’album, chiaro manifesto misogino e acido dedicato all’ex girlfriend di Durst. Qui Sam Rivers (basso) e Wes Borland costruirono un muro di suono massiccio e penetrante, impossibile stare fermi. Non posso neanche immaginare il caos che avrebbe creato a livello mediatico se fosse stata scritta oggi nel 2022, e tutte le ripercussioni del politically correct. Di una cosa sono certo, il nostro caro amico Fred se ne fotterebbe con la sua raffinatezza e avrebbe così aumentato i followers su Instagram. Break Stuff, riottosa e violenta, vero e proprio inno che poi segnerà i fatti di Woodstock 1999 che si dipana con i riff di Borland per poi esplodere verso il finale con giochi di piatti di Lethal.

Re-Arranged è un pezzo che non ti aspetti: lento ed evanescente, la voce di Durst sembra quasi un sussurro, inizia con la sua spacconaggine per poi dar spazio ad un’amara malinconia. Il disco prosegue con la magistrale Nobody Like You, con la partecipazione di Jonathan Davis e Scott Weiland degli Stone Temple Pilots (il quale ebbe funzione di vocal coach) in cui Borland ci omaggia con un riff Hardcore di pura potenza. Altri pezzi di nota sono sicuramente 9 Teen 9 Mine, tiratissimo e devastante dal vivo, un connubio tra rap e metal che sarà il sound principe della band. Contiene pure un piccolo interludio dove si sente la voce della mamma di Fred Durst.

In N2 Gether Now invece, anche Method Man (ex membro Wu Tang Clan) fa la sua comparsa e la produzione del brano viene affidata a Dj Premier: forse una delle produzioni migliori in ambito rap per i Limp Bizkit. Trust?, undicesima traccia del disco, è una dedica a Klaus Nomi, un idolo per il leader del gruppo. Non sapete chi è? Beh neanch’io! Sono andato a spulciare l’internet e ho scoperto che fu un artista pop all’avanguardia della seconda metà del ‘900 morto nel 1983. Prego, è tutto vostro. Fred Durst non smette di sorprenderci. Il basso qui è suonato da Mr. Les Claypool dei Primus.

Dopo la cattiveria si ritorna alla quiete con No Sex con un cantato più melodico rispetto a tutto il disco, qui altro featuring con Aaron Lewis degli Staind che rende la melodia ancora più cupa e ansiogina. Non dimentichiamoci però il fratello di Wes Borland, Scott Borland alle tastiere. Show Me What You Go è invece una continua citazione di tutti i partecipanti all’album e una grande stoccata all’amico/nemico escluso Eminem. L’inevitabile Ountro che contiene anche Les Claypool dei Primus. Insomma, in questo album mancano solo le nonne di Fred Durst.

Che dire, non ho avuto tempo per accennare dell’importanza del signore alla batteria, Dr. John Otto, che non rientra certo in quel gruppo di batteristi che hanno fatto la storia. Invece ci sbagliamo alla grande. É un batterista duttilissimo con un groove e una potenza fuori dal normale, capace di rendere qualsiasi parte rock/metal dei veri Break-Beat. Ma poi quei tom li usa ogni tanto? Ma chissenefrega! Grazie Otto per esistere!

Significant Other” è un album che ho scoperto solo dopo un po’ l’uscita, per questione anagrafiche, ma che ascolto dopo ascolto ho scoperto essere il ponte per ciò che sarebbe avvenuto dopo. Nel pentolone del Crossover e del Nu Metal i Limp Bizkit sono stati forse a la band più declassata e presa per i fondelli, ma è solo un gruppo che faceva quello che più si divertiva a fare. Hanno sfruttato il momento e creato uno stile che tutt’ora è in grado di dire la sua.

E nonostante il palese declino degli ultimi anni, “Significant Other” rimane e rimarrà tra gli album più ascoltati e ascoltabili, sempre con una piccola lacrimuccia pensando a quei bei tempi in cui non si avevano troppi problemi. Abbiamo tutti un po’ di tamarraggine dentro di noi.

1999-2022 il tempo vola , ma questo è Limp Bizkit style Baby!

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