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King Gizzard & The Lizard Wizard – Omnium Gatherum

2022 - KGLW
psych rock

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Tracklist

1. The Dripping Tap
2. Magenta Mountain
3. Kepler-22B
4. Gaia
5. Ambergris
6. Sadie Sorceress
7. Evilest Man
8. Garden Goblin
9. Blame It On The Weather
10. Persistence
11. Grim Reaper
12. Presumptuous
13. Predator X
14. Red Smoke
15. Candles
16. The Funeral


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Partiamo da quello che potrebbe essere un Guinnes World Record o – se non altro – il corrispondente musicale di un’ultramaratona: al Primavera di Barcellona i King Gizzard & The Lizard Wizard hanno suonato cinque show senza mai ripetere la stessa canzone due volte. Ah, i vantaggi di avere venti album sulle spalle!

Nonostante il numero impressionante di LP, gli australiani riescono sempre e comunque a uscirsene con qualcosa di nuovo, il più delle volte sorprendendo non solo la loro sfegatata fanbase (una vera e propria setta, come ai tempi dei Grateful Dead, solo che invece delle deadheads ora abbiamo le gizzheads), ma anche la critica, spesso divisa sulle prove della band.

Cerchiamo di ricapitolare. Solamente nell’ultimo paio d’anni (diciamo dalla dipartita del batterista Eric Moore, ora focalizzato al cento per cento sull’etichetta Flightless Records) i Nostri se ne sono usciti con una coppia enciclopedica di LP omonimi (“K.G.” e “L.W.“), un compendio di synth-pop psichedelico (“Butterfly 3000“) e 30 minuti di acid-house a 60 bpm (“Made in Timeland“). Cosa aspettarsi dunque da questo doppio LP “Omnium Gatherum“?

Innanzitutto, nonostante l’estetica ammiccante all’heavy-metal, con tanto di titolone in latino e sfondo frizlanghiano, l’album numero venti della band non richiede braccialetti con borchie (o tantomeno monocoli) per essere apprezzato. “Omnium Gatherum” significa infatti “accozzaglia di cose”, e non potrebbe esserci nome migliore per descrivere un lavoro nato inizialmente come raccolta di materiale escluso dai dischi precedenti. Mettendolo insieme, però, Stu Mackenzie e compagni devono aver inavvertitamente acceso la fiamma della creatività, uscendosene con molto più che un’eclettica collezione di “scarti”.

Più che di scarti, infatti, si tratta di una variegatissima collezione di singoli. E ce n’è davvero per tutti i gusti: dall’incredibile opener The Dripping Tap, che coi suoi 18 adrenalinici minuti di kraut-soul lascerà a bocca aperta i fan di Osees e compagnia bella, a Gaia e Predator X, che daranno ben più di un contentino ai nostalgici di “Infest the Rats’ Nest” (2019) attratti dalla fuorviante copertina, passando per il rap “vecchia scuola” (Sadie Sorceres e The Grim Reaper ammiccano decisamente agli A Tribe Called Quest), l’alt hip-pop e la neo-soul (Kepler-22b, vellutata ed elegantissima, sembra uscita da un album di Tyler, the Creator).

Nel complesso, però, “Omnium Gatherum” è prima di tutto un gran disco pop, confezionato tra slappate di basso anni Settanta (Ambergris), cascate sintetiche (le eccezionali The Garden Goblin e Red Smoke) e ritornelli iper-groovy, siano déjà-vù dal piglio retrò (la doppietta Blame It On The Weather / Persistence e Presumptuous) o potenziali radio hits (la riuscitissima Magenta Mountain).

È facile perdersi nelle uscite semestrali dei King Gizzard & the Lizard Wizard. Noi facciamo del nostro meglio per starci dietro e semplificarvi la vita. Perciò ve lo diciamo chiaro e tondo: “Omnium Gatherum” è uno di quei dischi da non perdere. Una prova di inconfutabile maestria e duttilità per gli australiani, che si (ri)confermano come una delle realtà più interessanti degli ultimi dieci anni.

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