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Rolling Blackouts Coastal Fever – Endless Rooms

2022 - Sub Pop
jangle pop / indie rock

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Tracklist

1. Pearl Like You
2. Tidal River
3. The Way It Shatters
4. Caught Low
5. My Echo
6. Dive Deep
7. Open Up Your Window
8. Blue Eye Lake
9. Saw You at the Eastern Beach
10. Vanishing Dots
11. Endless Rooms
12. Bounce Off the Bottom


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Chiunque, ripensando alla propria infanzia, ha vissuto qualcosa di simile.

Macchina preparata e imballata la sera prima di partire, sveglia presto e via: si parte. Lasciamo ai vostri ricordi la scelta della meta: la vostra spiaggia ligure preferita, la seconda casa di famiglia in montagna, una gita in una città mai visitata prima.

Tutti questi viaggi, così diversi tra loro, hanno qualcosa in comune: la colonna sonora. Terribili compilation con “I più grandi successi dell’estate 2004”, album boomeristici come il “Completely Best of” di un qualche vecchio relitto del rock anni ‘80 oppure – perchè no? – preziose cassettine TDK diligentemente preparate prima di partire.

Collezioni di brani a cui, ascolto dopo ascolto, finisci inevitabilmente per affezionarti, vuoi per una questione di sincero affetto o perchè, semplicemente, alcuni brani si adattano meglio alle impervie curve che, dalla provincia, portano alle vacanze.

“Che cosa c’entra tutto questo con “Endless Rooms”, ultimo album degli australiani Rolling Blackouts Coastal Fever?”, vi starete chiedendo. Beh, se per questa estate 2022 non sapevate come sfuggire ai soliti tormentoni agostani, i 5 di Melbourne hanno tirato fuori la soluzione perfetta per tutta la famiglia.

12 brani di jangle pop che trasuda Dunedin sound da ogni angolo, canzoni in grado di soddisfare chi avrebbe inflitto il greatest hits dei Dire Straits o di Bruce Springsteenoppure una delle inascoltabili playlist autogenerate di Spotify

D’altra parte, se il quadretto che abbiamo dipinto sopra vi rimanda alla leggerezza delle vacanze da commedia italiana “anni ‘80”, sfortunatamente dobbiamo darvi una cattiva notizia.

La lavorazione di “Endless Rooms” era iniziata con i membri della band costretti a lavorare a distanza, proprio durante i duri mesi di marzo-maggio 2020. Ed è, forse, proprio grazie a questo che i brani fintamente leggeri dei Rolling prendono spessore, raccontando un’era tutt’altro che spensierata: si raccontano gli incendi che hanno colpito l’Australia prima della pandemia (Tidal River), si percepiscono gli effetti del lockdown (My Echo, Caught Low, la title-track), troviamo persino un brano dedicato all’immigrazione (The Way it Shatters), perfetto per raccontare altri viaggi, certamente più tragici, che tuttora avvengono nei nostri mari.

Ed, effettivamente, ci sono pure le spiagge – Saw You at the Eastern Beach – ma hanno qualcosa di malinconicamente nucleare: “And the stars are just out of reach / But the petrochemical factory / Glitters like so many precious stones”.

La formula è quella classica di “dire qualcosa di triste, con una musica allegra”. E, per quanto possa essere una soluzione stilisticamente banale, funziona alla grande, con i riff di brani come Vanishing Dots o l’appiccicoso ritornello di Blue Eye Lake destinati a restare addosso a lungo. Un po’ come la sabbia nelle valigie, alla fine delle vacanze.

Un album nato tra le quattro mura del lockdown diventa la perfetta soundtrack della prima estate della libertà dalle mascherine. Pare una barzelletta.

Eppure, la forza dei racconti di Fran Keaney, Tom Russo, Joe White – le tre voci dei Rolling – è tutta qui: toccanti quadretti di vita dal sapore “retro-60s”, affiancati dal distintivo sound “a tripla chitarra” della band, in grado di richiamare in egual misura REM, Creedence Clearwater Revival e Chills.

Allora, siete pronti a partire?

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