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Porcupine Tree – Closure / Continuation

2022 - Sony Music
prog-rock

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Tracklist

1. Harridan
2. Of The New Day
3. Rats Return
4. Dignity
5. Herd Culling
6. Walk The Plank
7. Chimera's Wreck


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Il progressive rock è stata una bella bestia. Spesso descritto da nostalgici incalliti come “picco assoluto della musica rock” (vero, ma solo da un certo punto di vista), la dura realtà ha dimostrato che, come tutti i generi di rottura, il reiterare e riproporre i classici stilemi senza aggiungere nulla o contestualizzarsi al momento storico in corso, non paga mai. Anzi, va esattamente in antitesi col senso originale del movimento, che partiva dalla cultura rock/pop per evolversi, progressivamente appunto, in un mix totale di arte sonora, visiva e letteraria.

Da questo punto di vista ho sempre considerato i Porcupine Tree come uno dei migliori esempi (se non il migliore) del come si debba prendere l´idea di base del termine “progressivo” traslandola al presente. Che questa cosa stesse venendo un po´meno deve essersene evidentemente accorto Steve Wilson, che dopo “The Incident” (a detta sua troppo standard e simile ai dischi precedenti) decise di sciogliere la band. O almeno così sembrava fino a quest´anno.

Veniamo a sapere infatti da una recente intervista che lo stesso Steve e Gavin non hanno mai smesso di vedersi e jammare durante questi dodici anni di inattività e che proprio dalle idee di queste jam nascono le idee del nuovo “Closure / Continuation“. Con Richard Barbieri, ma senza Colin Edwin (scelta che volente o nolente si fa sentire) il gruppo inglese ci consegna un disco che ha un sacco di ottimi momenti ma anche qualche caduta di tono.

Si parte con Harridan, brano dalle molte facce in cui il basso (suonato dallo stesso Steve) la fa da padrone per poi trasformarsi in un inquietante altalena di mood diversi, tra riff pesanti e momenti psichedelici in cui i synth creano un magistrale tappeto atmosferico. Certe strutture prog vengono snellite in favore di un approccio più diretto ma non per questo semplice. Basti pensare a Of The New Day, ballad apparentemente lineare ma che nasconde qualcosa come quarantadue diversi cambi di tempo.

Rats Return prende a piene mani dall´esperienza di Wilson con Mikael Åkerfeldt tanto che il brano, cupo e minaccioso potrebbe stare in uno degli ultimi dischi degli Opeth. Per quanto pregevole, il lavoro al basso manca della mano di Edwin, che avrebbe potuto impreziosire ancora di più ottimi brani come la floydiana Dignity, Herd Culling (magnifico, qua, il lavoro di Barbieri), Chimera´s Wreck (il momento più classicamente prog del disco) e Population Tree.

Stupende le atmosfere notturne di Walk The Plank a metà tra trip hop e i Radiohead, mentre brani come “Never Have” o la conclusiva “Love In The Past Tense” scorrono ma senza lasciare particolare segno.

In conclusione possiamo dire che “Closure / Continuation”, pur non perfetto (ripeto, Colin Edwin manca e si sente) ci riporta dei Porcupine Tree più a fuoco, rilassati e liberi rispetto a “The Incident”, riportando a galla alcune idee legate ai dischi dei primi anni duemila. Ora vedremo se si tratterà, appunto, di una conclusione o di una continuazione.

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