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Ty Segall – Hello Hi

2022 - Drag City
folk / songwriting / psych

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Tracklist

1. Good Morning
2. Cement
3. Over
4. Hello Hi
5. Blue
6. Looking at You
7. Don’t Lie
8. Saturday Pt.1
9. Saturday Pt.2
10. Distraction


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Il musicista e cantautore statunitense Ty Segall, alla sua ennesima uscita disografica, si culla in un mondo dolce e visionario dirigendosi verso un nuovo orizzonte sentimentale, inedito e di grande fattura. Le inquadrature acustiche dei suoi brani sembrano attraversare una valle deserta, con un’armonia leggera che arriva dritta al cuore. In “Hello Hi”, prodotto e distribuito dall’etichetta americana Drag City, si narra un prezioso cammino d’amore, che sboccia con un’innocenza malinconica. Il risultato mette da parte le vibrazioni oscure del passato e porta un cambiamento radicale nel sound a cui l’artista californiano ci ha abituato.

L’album si apre con un’alba, come a svegliare un nuovo giorno con una dolce sinfonia da gustare ad occhi aperti: Good Morning è un piccolo tassello incantevole, che esprime subito i tratti del nuovo percorso ricercato e intrapreso da Ty Segall. Segue Cement, branno dalle sonorità folk e dal forte afflato di libertà, che affonda le radici negli anni ’60 e nella lezione di Neil Young. È un brano delicato che incastra l’arpeggio acustico portante alla melodia vocale unica. Nella batteria corposa di Over gira invece un vortice sensazionale di emozioni e un loop di accordi riverberati, che cavalcano un intensa e matematica filastrocca d’altri tempi. Mentre il basso fragoroso funge da faro guida nella title track Hello Hi, che riporta ai viaggi rumorosi e psichedelici dei primi Flaming Lips. L’accenno di distorsione finale poi unisce i tratti di una narrazione confusa e dissonante, che si arresta all’improvviso.

Con Blue torniamo ad atmosfere soft, come per rilassarsi all’interno di un luogo sicuro a tinte psichedeliche, una traccia semplice che fa da apripista alle sperimentazioni morbide di Looking at You, uno dei brani più completi e calorosi di questo disco, nel cui gioco sinfonico delle chitarre notiamo la grande qualità nel ricercare varie sfumature. Don’t Lie chiude il cerchio armonico e accogliente del musicista, per una composizione dei The Mantles completamente rivisitata in una versione indie floreale, adatta a trasmettere la giusta malinconia. Ora passiamo a un’opera divisa in due parti: in Saturday Pt.1 le corde pizzicate cullano la voce disturbata con un tocco pulsante di fondo che conclude un arpeggio giocoso. Sulle note di Saturday Pt.2 si completa invece la canzone in una jam psych-folk in infinite strimpellate che portano alla deriva. Da tenere d’occhio qui il grande assolo di sax eseguito da Mikal Cronin, uno dei fidati collaboratori di Segall. Infine, la chiusura viene affidata a Distraction, un’altra canzone sognante che brilla spensierata in una giornata soffice al tramonto.

Hello Hi” apre le porte di un mondo nuovo ma che attraversa vecchi sentieri oscuri e trasforma le idee musicali in una rotta magica e attraente. Un disco ben prodotto, che mette in chiaro le reali intenzioni del cantautore.

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