1. Milano-Sanremo
2. Area di rigore
3. Niente ti tocca
4. Punto di energia
5. Falli a pezzi!
6. Artistico serale
7. Soundvillage
8. Plebiscito
9. Animale guida
10. Collezione primavera-estate
In questi otto anni di attività Lo Straniero ci ha portato prima in giro a destra e sinistra per l’Europa ex-sovietica (con l’omonimo album del 2016), poi per l’Italia, con il tridimensionale “Quartiere italiano”, dove i “blok” delle città dell’Europa dell’est lasciavano spazio ai chiassosi palazzi psichedelici italiani.
“Falli A Pezzi!” è una sintesi tra la new-wave in bianco e nero del primo album e le feste funky mistiche del secondo. Non solo, come detto da Federica Addari, con Giovanni Facelli, voce de Lo Straniero, è anche il completamento di un’ideale trilogia della fuga.
La title-track, uno dei momenti migliori dell’album, è la chiave di volta del lavoro: Siamo tutti qui a subire i cambiamenti, le paure / con il coltello fra i denti / Togli un peso dal cuore / certi ricordi / falli a pezzi. “Distruggere per costruire”, potremmo dire invertendo il titolo di un brano degli Afterhours. O, meglio ancora, ripartire dalla polvere dopo la demolizione.
Su queste 10 nuove tracce, infatti, aleggia lo spirito straniero di un tempo. Mentre il cantato “hip” di Artistico Serale risponde a distanza all“amico umanista” di Rimango qui, Milano-Sanremo, posta in apertura dell’album, suona come una risposta danzereccia a Dove vai, che pure apriva il precedente lavoro.
Alla base di questo “Falli A Pezzi!” si percepisce la solidità di una band rodata che vuole fuggire dalla propria“claustrofobia”; come dicono in Collezione primavera-estate. Ecco che Facelli e Addari affrontano lo spoken/rap in brani come Plebiscito, mentre in Soundvillage Lo Straniero si “concia come un pazzo” e si trasferisce in blocco sulla pista da ballo tra chitarre funky-punk e ritmiche dance sincopate.
Invece, chi aveva approcciato Lo Straniero per l’aspetto più sognante, non sarà deluso: brani come Niente ti tocca o Animale guida sono momenti più intimi che danno tregua in un album che, neppure per un attimo, riesce ad annoiare.
Appena ti abitui, ecco che “Falli A Pezzi!” cambia, come se, al termine di ogni brano, si autodistruggesse e ricomponesse in forma nuova.
Insomma, questo è un album “familiarmente straniero” che, nello stesso tempo, prepara il terreno ad altre nuove sperimentazioni e sonorità. E, stando alle dichiarazioni del gruppo, forse non dovremo neppure attendere a lungo per scoprire il prossimo punto d’arrivo del percorso di Facelli, Addari e soci. Ma questa è un’altra storia.
Ora è tempo di questo “Falli A Pezzi!“, un album da ascoltare su una spiaggia del Baltico, sotto la luce di un tramonto psichedelico, ballando come in un rave e lasciandosi andare alla deriva, verso mete ancora inesplorate.