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Nina Nastasia – Riderless Horse

2022 - Temporary Residence Ltd.
folk / songwriting

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Tracklist

1. Cork And Pour
2. Just Stay In Bed
3. You Were So Mad
4. This Is Love
5. Nature
6. Lazy Road
7. Ask Me
8. Blind As Batsies
9. The Two Of Us
10. Go Away
11. The Roundabout
12. Trust
13. Afterwards
14. Creek And Chimes


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“Riderless Horse”, il nuovo album di Nina Nastasia, oltre ad indicare il ritorno sulle scene della cantautrice statunitense, segna il passaggio ad una nuova fase compositiva dell’artista che affonda le proprie radici nel dolore e nel senso di colpa. 

A livello strumentale non c’è molto da dire sull’album prodotto da Steve Albini. I dodici anni di pausa non hanno modificato troppo il sound di Nina Nastasia: ripropone le tipiche formule del classico cantautorato folk come nei suoi lavori precedenti. In “Riderless Horse”, però, rimangono solo gli elementi essenziali: l’artista utilizza unicamente la chitarra acustica e la sua voce per dare spazio ai testi sofferti. Gli archi, i fiati e la batteria, centrali nel suo penultimo disco “Outlaster”, si eclissano e scompaiono per lasciare la massima visibilità al racconto della tormentata storia d’amore tra lei e Kennan Gudjonsson. Scritte di pancia, le quattordici tracce si aprono con la bottiglia stappata in Cork And Pour e si chiudono con il suono dell’acqua di un torrente in Creek And Chimes. Le due registrazioni sono gli unici elementi che danno profondità ad un disco musicalmente piatto. Per quanto i testi siano emozionali e dotati di una poetica quasi anacronistica, la sola “parte letteraria” non è sufficiente a colmare l’eccessiva monotonia dei pezzi. Senza infamia e senza lode, “Riderless Horse” è sicuramente l’album ideale per i cultori delle ballad romantiche e melense, un po’ meno per gli amanti della sperimentazione. 

È un disco egoista, Nina Nastasia lo ha scritto chiaramente più per se stessa che per i suoi fan. L’amore, la violenza e il suicidio del marito hanno forgiato un’artista più matura dal punto di vista espositivo, capace di mostrare senza mezzi termini le fasi dell’elaborazione del proprio lutto e il periodo di auto-colpevolizzazione che ha dovuto attraversare. “Riderless Horse” non è il migliore album della cantautrice e probabilmente non rimarrà negli annali del folk rock americano, ma nella sua sostanzialità riesce a portare a compimento l’obiettivo per cui è nato: raccontare il legame mortale tra Nina e Kennan.  

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