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Sleep Orchestra, Nohltanon – Convergence

2022 - Destination Zero
ambient / drone / elettronica / neoclassica

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Tracklist

1. Ghost Of The Phantom
2. Prologue
3. Totem
4. Within A Certain State Of Mind
5. A Found Place
6. Acceptance
7. Persistance
8. The Singular Memory Of Being


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Rimango sempre allibito da come certa musica bisogna andarla a scovare, non avendo una buona distribuzione, non trovando una giusta collocazione in un mondo talmente saturo da far passare in secondo piano cose così interessanti che ti piange il cuore vederle relegate a culto di una piccola, ristrettissima, minoranza di ascoltatori, a volte anche di nessuno.

È il caso di questo nuovo album del misconosciuto Sleep Orchestra in collaborazione con se stesso Nohltanon (altro progetto dello stesso Chris Pegg, come far convivere due anime dello stesso soggetto in un album, cosa interessantissima per altro), un salto nel buio dell’anima, profondo come il mare, avvolgente come l’aria tiepida, quasi fredda, di un mattino autunnale.

“Convergence” parla la lingua ambient, la arricchiste di drone, neoclassica, atmosfere plumbee, archi, pianoforte puntellato, come nei 18 minuti di Prologue, richiamante le meravigliose architetture quasi chiesastiche e spettrali del migliore Irisarri. Altrove le trame si arricchiscono di organi attraversati da venti glitch: presentissima l’influenza dell’ Alva Noto più atmosferico (la stupenda Within A Certain State Of Mind, Acceptance, la chiusura perfetta di The Singular Memory Of Being). Il miglior pezzo però, dove tutte le anime di Chris fanno capolino, è A Found Place: base neoclassica, archi meravigliosamente architettati, mentre sopra una drum spezzata, estremamente trattata, quasi IDM, accompagna la marcia verso l’ignoto delle profondità dell’Io.

Come detto dallo stesso Chris, questo lavoro, come tutti gli altri del suo progetto, sono il risultato di una ricerca profonda per cercare di far convivere il digitale e l’organico, dove far nascere nuovi suoni da strumenti noti, per renderli ignoti, diversi. E qui ci riesce benissimo.

“Convergence” è un album bellissimo, c’è poco altro da dire, un lavoro così profondo che non dovrebbe passare inosservato, ma che purtroppo, per via di un ambiente musicale troppo pieno di robe mediocri, rimarrà culto di quei pochi di cui sopra, a cui mi accodo pure io.

Bene, molto bene, bis.

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