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Hidden Tracks

Hidden Tracks #19: Scheletro, Marthe, Gonemage, Mr. Phylzzz, Lake Mary, Haavard

Hidden Tracks 12

Quanti brani ogni giorno, ogni settimana, ogni mese vengono pubblicati, ascoltati distrattamente e poi finiscono sepolti sotto un mare di altre uscite, a sgomitare per emergere e troppe volte divorati da pesci più grossi e più importanti? Questa è una delle tante domande esistenziali che ci poniamo ogni giorno in redazione, e a cui dopo alcuni tentennamenti e tentativi falliti abbiamo cercato di formulare una risposta.

Hidden Tracks vi accompagnerà periodicamente con i nostri brevi consigli riguardanti alcuni brani pubblicati in queste settimane e che riteniamo interessanti. Progetti da tenere d’occhio, di cui forse sentirete parlare nei prossimi tempi, provenienti in tutti i casi da quell’universo sommerso che più ci sta a cuore e che pensiamo sia giusto e stimolante seguire dal principio. In poche parole, la musica di cui non tutti parlano.

Scheletro – Prima Pagina Insaguinata

“OBBEDIRE NON È UN LAVORO” è una delle gang vocals che gli Scheletro sputano velenosamente sul volto di chi si butta a capofitto nella loro Prima pagina insanguinata, secondo estratto dal nuovo album “Il vizio di vivere” in uscita a settembre. Un rigurgito di virulenza hardcore lanciato a velocità bestiali in una tempesta d-beat assassina che fa a manate con la voce laida e mostruosa de Lo Scheletro, che tiene avanti a sé la cronaca nera per alimentare un incubo appresso all’altro. Il problema è che siamo ben svegli.

Marthe – Victimized

Photo supplied by the artist

Victimized è uscita in quel di aprile, è vero, e su cassetta a giugno, ma farà parte del nuovo album in uscita a ottobre di Marthe/Marzia, antifascista, femminista e misantropa, tanti motivi per cui si merita tutto lo spazio possibile su queste pagine. Oltre a questi la sua attitudine all’oscurità (già dimostrata alla chitarra con gli Horror Vacui) che qui sprofonda in angusti antri di dolore e violenza black metal, di quello sanguinoso della seconda ondata storica del genere. La voce gutturale di cui è capace Marthe è la lapide sulla nostre vite “tranquille”, le melodie che si innalzano in questi nove minuti di splendida agonia mostrano l’Oltremondo che ci attende. Ha lasciato a bocca aperta Greg Anderson che, infatti, l’ha messa sotto contratto per Southern Lord.

Gonemage – The Suffering And Endurance

Videogiochi e black metal e io sono già innamorato. Ci va poco, direte voi, ma così è, e dunque Gonemage (al secolo Galimgim o Garry Brents dei Cara Neir) assurge immediatamente al titolo dei miei artisti preferiti del 2022. The Suffering And Endurance, che anticipa l’uscita settembrina dell’album “Handheld Demise“, è un agglomerato di ferocia black, esplosioni a 8-bit e delirio math più figlio di Horse The Band, Genghis Tron e Rolo Tomassi prima maniera che dei Darkthrone. Direi che è più che sufficiente.

Mr. Phylzzz – Mr. Entertainer

Basterebbe dire che Clinton Jacob e Danny Sein, ovvero i Mr. Phylzzz escono per Amphetamine Reptile per capire dove stiamo andando a parare. Se non li si è capito, nessun problema: nel noise rock più inferocito e maligno possibile. Mr. Entertainer non lascia dubbi su quali siano le fonti d’ispirazione primarie del duo, ma nel caso anche qui ci fossero dubbi sul brano, e in giro per il resto del disco “Cancel Culture Club” (miglior titolo di sempre), troviamo King Buzzo e Kevin Ruthmanis, direttamente dal pianeta Melvins/Tomahawk, a dar man forte (o manate forti, eheh) fino a rendere questa fanghiglia di brano una bomba elettrica per cui non basterebbe un bunker per difendersi.

Lake Mary – Slow Grass

Non c’è titolo migliore per questo lungo brano di Lake Mary, progetto del chitarrista e polistrumentista Chaz Prymek, originario di Columbia, Missouri. Il suo ambient-folk poggia le radici nella natura, nella terra, più precisamente nell’erba che sfrigola portandosi via l’estate col ritmo di un sussurro. È questa la sensazione che scorre malinconica lungo i 21 minuti di un brano che richiede un ascolto immersivo e paziente, cosa a cui forse non siamo più troppo avvezzi, e che nasconde al suo interno diverse chicche, tra il cosmic folk e il free jazz. Metà di un disco omonimo che esce a settembre su Whited Sepulchre Records.

Haavard – Printemps

Photo: Ann Karin Jorung

Sensazioni simili in questo brano del progetto Haavard, a firma di Håvard Jørgensen, artista norvegese che non ha bisogno di grandi presentazioni, il suo passato più o meno recente con gli Ulver parla da sé. Il nostro, dopo un lungo silenzio, è pronto finalmente al debutto da solista con un album omonimo in uscita a novembre sulla solita Prophecy Productions. Il primo estratto, Printemps, è un brano che parla di nascita e rinascita, e che mette in chiaro le coordinate del progetto, vicine ovviamente a “Kveldssanger” degli Ulver, ma anche a quel nordic folk che ultimamente sta trovando fortuna e popolarità ben oltre i propri confini naturali. E non abbiamo nulla in contrario.

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