Morgana – Contemporaneità

Per scrivere il loro primo disco i Morgana, fondamentalmente, si sono fermati a pensare. Hanno ascoltato molte nuove bands, ma soprattutto credo abbiano fatto distinzioni su cosa fosse stato bene e cosa superfluo studiare. Perché suonare new wave e post-punk, in Italia, è ormai un classico degli ultimi cinque anni, e incappare in ripetizioni o farlo in modo troppo superficiale può, fondamentalmente, rappresentare la fine morale di un gruppo. 

I quattro fiorentini, tra i quali si contano consolidate personalità di spicco della scena italiana in ambito punk hardcore, però, riescono, grazie a questo debutto che intitolano “Contemporaneità”,  a ripassare ulteriormente le lezioni impartite da Havah, Diat e Syndrome 81 sondando un’ulteriore vena di novità nel modo di suonare gothic, più tagliente e sempre meno confortante. La scuola francese, a cui appartiene l’ultimo gruppo di riferimento citato, è ben rimarcata dall’utilizzo dell’idioma d’oltralpe in alcuni brani (in tutto sono sette) che compongono questo “Contemporaneità”.

Potrebbe essere considerata una scelta azzardata, ma Contemporanéité , Arianne e Dialogue éphémère  conferiscono al lavoro un risultato sonoro più marcato, che confusionario. È da ammettere, a volte la voce di Bri, così netta sulla morbidezza della traccia musicale, risulta troppo definita e aggressiva, soprattutto quanto l’intro strumentale è, come in Arianne, molto dilungata. Nel complesso, però, riuscendo ad entrare con tutti noi stessi nel mondo di “Contemporaneità”, si riesce facilmente a superare questo “ostacolo”, se così lo vogliamo chiamare. Perché a ben vedere, l’intero lavoro fa leva su alienazione, esclusione e mancanza di facili appigli, e l’utilizzo di una tonalità così marcata, per parlare di questi aspetti, rappresenta sicuramente un tratto distintivo del gruppo e della sua musica. 

L’iniziale Provare ancora e Stanchi sono, senza dubbio, le due canzoni più significative di questo album. Se la prima parla di quotidiana e cosmica disillusione , cantilenando ossessivamente “Provare fallire, provare ancora,  provare fallire, fallire meglio”, la seconda ci trasporta direttamente nella Manchester degli anni ’80, aggiungendo una fortissima carica politica stirneriana ai misurati canovacci darkwave dei Joy Division. 

Uscito per la tedesca Contraszt Records e l’australiana Low Ambition e contenente brani già registrati sotto forma di demo nei mesi appena successivi ai vari, trascorsi, lockdown, “Contemporaneità” è un feroce frutto dei nostri tempi, diretto e sprezzante, la cui musicalità diviene veicolo puntuale delle nostre angosce.

Up the punx!