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Pianos Become The Teeth – Drift

2022 - Epitaph
post hardcore

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Tracklist

1. Out Of Sight
2. Genevieve
3. The Tricks
4. Easy
5. The Days
6. Mouth
7. Skiv
8. Hate Chase
9. Buckley
10. Pair


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Il collettivo americano Pianos Become The Teeth dà alla luce un nuovo capitolo prezioso, un collegamento ai numerosi cambiamenti nell’arco di 16 anni di carriera. Una storia lunga iniziata con momenti delicati che avvicinano uno stile da colonna sonora post-rock, fino a toccare attimi più feroci verso il post-hardcore più travolgente. La band di Baltimora cerca di fare il salto di qualità in “Drift” quinto album in studio, prodotto per la potente etichetta punk Epitaph Records. Le dieci tracce trasmettono una personalità musicale delicata che rispecchia gli esordi del gruppo, con sonorità simili ai Brand New, creando uno sforzo artistico attraente.

Con il singolo Genevieve, che anticipa l’uscita dell’album, vengono subito messe in primo piano intenzioni nuove e originali, seguendo un’atmosfera soffice e psichedelica stile Radiohead, lanciate nel ritmo incalzante delle percussioni, il tiro sensazionale e armonico apre il vortice lussuoso in chiave post-punk, in cui la melodia vocale di Kyle Durfey fa da colonna portante del brano, completando il suo segnale struggente in un ritornello graffiante e godibile. Ma seguiamo il giusto ordine con la opener Out Of Sight e la sua ricerca verso pianoforti corposi. Un brano semplice e alternative rock che crea una risonanza emo, come a voler narrare un prologo sensibile e ben strutturato. L’insieme di chitarre atmosferiche disegna una parabola stupenda di synth e basso da pelle d’oca, per un buon inizio ricco di ampie vibrazioni. The Tricks aumenta il tempo sospeso della batteria che ancora una volta spazza via le cattive abitudini, per una composizione danzante e veloce. Su Easy invece si rallenta giungendo in una dimensione sognante e le note leggere si fanno strada in un’emozione new-wave, aprendo nuovi orizzonti magnetici oltre un confine triste e abbandonato.

Le seguenti The Days e Mouth si scagliano come un onda d’urto verso un rapporto di fratellanza, in una realtà ottusa e decadente, per un bagaglio ricco di idee luminose che agitano un’energia imponente anche grazie alla ritmica audace e le distorsioni dure. Nella complessità del finale la voce lascia quello spiraglio di luce personale e malinconico da brividi, lanciando un segnale romantico, dando un risultato unico e sensazionale. La tristezza torna con dei sussurri di sassofono nella stupenda Skiv, una traccia intrigante, che porta con sè un barlume di speranza e amore. Ci avviciniamo alla chiusura sul passaggio punk rock di Hate Chase, un vero e proprio inno alla libertà. Passando poi per Buckley, un’opera ambiziosa che segue un tempo soffice fino all’esplosione finale. Infine la conclusione del disco viene affidata a Pair che descrive un lungo abbraccio, per l’ultimo atto coraggioso e potente.

I Pianos Become The Teeth ci fanno compagnia nel loro mondo orchestrale e dissonante grazie ad una qualità invidiabile che li mette al centro della nuova scena post-hardcore. Un buon disco accogliente che scorre lentamente alla scoperta della bellezza interiore.

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