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Sonic Flower – Me And My Bellbottom Blues

2022 - Heavy Psych Sounds
hard blues / stoner doom

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Tracklist

1. Swineherd
2. Love Like Rubber
3. Black Sheep
4. Captain Frost
5. Quicksand Planet
6. Poor Girl
7. Sonic Flower


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Il nuovo album dei Sonic Flower, “Me And My Bellbottom Blues”,  è un gomitolo di sensazioni in stile anni ’70. Heavy ma anche blues, prodotto dalla label Heavy Psych Sounds, demarca il ritorno dello psych nipponico grazie anche all’ingresso del nuovo chitarrista Fumiya Hattori, un giovane bluesman, e dell’innovativo batterista Toshiaki Umemura, ideatore di un suono più groovy. Le liriche di “Me And My Bellbottom Blues” sono state scritte da Tatsu Mikami, in uno slancio di sensazioni pindariche e al contempo decisamente terrene. 

I Sonic Flower si erano formati nel 2001 come progetto collaterale de i Church of Misery. In origine c’erano Tatsu Mikami al basso che operava per un sound heavy rock strumentale dal gusto blues e non doomy, Kazuhiro Asaeda per la voce, Fumiya Hattori alla chitarra e Toshiaki Umemura alla batteria. Quei quattro si dicevano influenzati dalle celebri band heavy rock degli anni ’70 come i Cactus, Grand Funk Railroad, Groundhogs e Savoy Brown. Successivamente la chitarrista Arisa e il batterista Keisuke Fukawa si unirono alla band e nel 2003 (tutti insieme) pubblicarono l’omonimo album di debutto “SONIC FLOWER” per l’etichetta heavy rock giapponese Leafhound Records. Un lavoro totalmente strumentale, blues, heavy rock con doppia chitarra improvvisata. Nel 2005 sono nati però i primi disaccordi all’interno della copiosa band, dissidi che hanno portato ad inevitabili allontanamenti. Soltanto nel 2018 Tatsu ha deciso di riformare il gruppo con un team più sintetico. 

“Me And My Bellbottom Blues” è stato registrato a Tokyo all’inizio del 2022. Mixato dal guru giapponese del doom Yukito Okazaki (frontman della band Eternal Elysium, fondata nel 1991). Non ci sono grosse differenze rispetto agli album precedenti, tranne per il fatto che qui i Sonic Flower hanno un cantante più incisivo dal punto di vista vocale. Kazuhiro Asaeda, singer originario dei Church of Misery. 

Sin dal primo ascolto di Swineherd sono ben chiare le intenzioni sonore della band: confusione e doom, graffi e caos. Un gregge di suini si allinea lungo i binari del treno che porta alla stazione centrale. Arriva però una pecora nera, Black Sheep, a capo di quell’ingenuo gregge smarrito (senza preavviso) nella frenesia urbana. Ordine e disciplina sono improvvisamente ripristinati, grazie anche ad un trionfo di chitarre elettrizzate. Poco più in là la città sta per essere inghiottita da un inspiegabile fenomeno di sabbie mobili. Quicksand Planet è un inno allo sconvolgimento geofisico a cui ci stiamo lentamente abituando. Dopo una intro pseudo-blues, padroneggiano, senza remore, sound acidi e metal. Poor Girl, in mezzo alla rivoluzione. Sola e priva di difese, si ritrova destinataria di una romantic track, concepita per una melodia meno disturbante possibile. Sonic Flower conclude l’album come un manifesto discografico in sé compiuto. Sbocciare e rinascere, solo questo serve alla musica. 

Tatsu ha dichiarato:”Questo album è il miglior lavoro nella mia carriera”. Un progetto ultimato, quindi, che raggiunge finalmente il senso primordiale di quel doom rock nato all’inizio degli anni novanta in California, con l’ingresso sulla scena mondiale dei Kyuss e degli Sleep (considerati all’epoca i pionieri del genere). 

Con “Me And My Bellbottom Blues” siamo di fronte ad una commistione di influenze di generi (oltre al doom) come il metal, l’acid, il rock, l’hardcore, il punk heavy, il metal classico, il rock psichedelico, e persino il blues rock. 

Ritmi lenti e chitarre con accordature basse sono incastrate in un sistema binario, insieme al basso elettrico e a voci melodiche, dando vita ad una discografia esotica in stile retrò.

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