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Crippled Black Phoenix – Banefyre

2022 - Season Of Mist
shoegaze / post-rock

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Tracklist

1. Incantation For The Different
2. Wyches And Basterdz
3. Ghostland
4. The Reckoning
5. Bonefire
6. Rose Of Jericho
7. Blackout77
8. Down The Rabbit Hole
9. Everything Is Beautiful But Us
10. The Pilgrim
11. I'm Ok, Just Not Alright
12. The Scene Is A False Prophet
13. No Regrets (Bonus Track)


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Ascoltare un disco dei Crippled Black Phoenix richiede sempre una certa dose di attenzione, i Crippled Black Phoenix richiedono tempo, lo pretendono e, nella loro superlativa qualità compositiva, sanno sempre come ricambiare il tempo speso.

Certo, questa volta, con la durata di “Banefyre”, più di un’ora e mezza di musica, hanno rischiato di chiedere un po’ troppo all’ascoltatore. Hanno esagerato? A mio avviso assolutamente no. Nonostante la durata, difatti “Banefyre” scorre via risultando piacevolmente omogeneo e lineare, in tutte le sue fasi, il tutto condito da un finale epico che ti fa tornare voglia di riascoltarlo subito dopo.

L’iniziale Incantation For The Different è l’apertura tipica dei Crippled Black Phoenix, strumentale in crescendo, in questo caso condita da citazioni varie (si passa da Steve Jobs a estratti di processi alle streghe) per poi arrivare al primo vero brano dell’album, Wyches And Basterdz, brano shoegaze di alta fattura impreziosito dalla suadente voce di Belinda Kortic e da sporadici scream. La voce di Belinda Kortic e quella di Joel Segerstedt si alterneranno per tutta la durata dell’album in maniera sapiente e fluida. Siamo già catturati, ipnotizzati, Il ritmo si fa ancora più cupo in Ghostland, la voce cede il passo a una litania corale, e non ci resta che aspettare la fine del sabba per provare a uscirne. The Reckoning ci riporta nelle sfere più tipicamente alternative-rock della band britannica, e musicalmente, si intravvede un po’ di apertura che arriva del tutto in Bonefire, un bellissimo brano inaspettatamente commerciale per essere una creazione dei Crippled Black Phoenix (e in effetti nella scrittura del brano c’è lo zampino di Belinda Kortic).Senza dubbio è questa la hit di “Banefyre”, una canzone anche strategica, in quanto chiude la prima parte dell’album dandoci una sensazione di benessere e la giusta linfa per andare avanti nell’ ascolto.

La ripresa è affidata a Rose Of Jericho, un vero e proprio capolavoro che inizia con sonorità post-rock per poi svilupparsi in direzione alternative-rock, passando per punte psichedeliche, per tornare poi alla reprise del tema dominante. La successiva Blackout77 mantiene alto l’interesse prima di arrivare a Down The Rabbit Hole, altro pezzone shoegaze con un crescendo finale che restituisce forza e speranza. Everything Is Beautiful But Us e The Pilgrim mantengono le sonorità precedenti prima di riaddentrarci nel dark più oscuro, a tratti doom, a tratti post-rock, a tratti psichedelici di impronta pinkfloydiana, con il binomio I’m Ok, Just Not Alright / The Scene Is A False Prophet che sancisce la fine di questo strepitoso album.

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