Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Preoccupations – Arrangements

2022 - Autoproduzione
post punk

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Fix Bayonets!
2. Ricochet
3. Death Of Melody
4. Slowly
5. Advisor
6. Recalibrate
7. Tearing Up The Grass


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Vi siete mai chiesti che suono fa l’oscurità? Non prendetemi per folle. So bene che questa domanda potrebbe lasciar trasparire una scarsa perspicacia ed un alto grado di retorica. Ma davvero, fermatevi un secondo a riflettere su quale sensazione acustica sia possibile associarvi. Io l’ho fatto, e sono arrivato alla conclusione che “Arrangements” (2022 Self-release), il nuovo album dei Preoccupations, si configura come un ottimo specimen di questo accostamento sinestesico.

I ragazzi di Calgary, tra cambi di nomi e ripensamenti di stile, ci hanno abituato ad un fittissimo traffico di idee; non sempre fortunate – bisogna ammetterlo – ma mai fuori luogo. Ed anche stavolta il tiro non cambia, fatta eccezione per qualche piacevole sorpresa. Stavolta l’anima del disco è fatta di post-punk nudo e crudo, di un tenebrore squisitamente Eighties, ben calibrato ed aprico.

Non utilizzo questo attributo a caso, bensì ben conscio della manifesta volontà di documentare gli affanni del nostro tempo con chiarore quasi paradossale. La tracklist asciutta, di soli sette brani, si sviluppa in modo serrato, denso, orecchiabile e costantemente energico, recuperando lo stridore distorto delle chitarre, quasi del tutto assente nel precedente “New Material”. Giocare questa carta è risultato vincente per Matt Flegel e soci, poiché ha permesso loro di recuperare in parte la veemenza del primo album, senza tradire le più recenti elaborazioni sonore.

Durante l’ascolto vengono in mente molte grandi band, più o meno recenti. Non è mia intenzione scomodare troppi nomi in questa sede, né voglio condizionare la vostra fruizione con suggestioni soggettive; eppure, non si possono non riconoscere le numerose influenze degli Interpol (in particolare, le evoluzioni vocali sono molto simili a quelle di Paul Banks), degli Smiths, dei Cult, dei Bauhaus, e così via. In Fix Bayonets!, ariosa e fredda, la strumentazione sembra sgomitare con prepotenza, e si ha addirittura una chiusa che – alle orecchie di chi scrive – rassomiglia ad una fugace comparsa di Bono. Ricochet è dominata da un riff à la Marr, mentre Death Of Melody e Slowly sono il trionfo dell’immaginario Cure. Gli ultimi tre brani, Advisor, Recalibrate e Tearing Up The Grass (dove spuntano gli immancabili Joy Division), sfoggiano una maggiore complessità nell’arrangiamento, che però risulta in una minore memorabilità.

Insomma, i Preoccupations confezionano un lavoro intelligente ed equilibrato, con una consapevolezza ed una bravura rare. Hanno sfidato l’oscurità e l’hanno vinta, confinandola in un disco estremamente accattivante.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni