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Cazale – The Aunt’s House

2022 - Open Productions
post rock / jazz

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Tracklist

1. He Looked Like A Child
2. Dream in Color
3. The Son of The Farmer
4. Rex
5. Rosetta
6. The Actor’s Trunk
7. Microdance
8. The Front Line


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I Cazale sono un progetto italiano interessante, il cui mondo si tinge di sonorità post-rock classiche e affronta un percorso strumentale con accenni di jazz e ambient. Nei loro brani si crea la giusta suggestione cinematografica che con grande carisma culla l’ascoltatore verso qualcosa di dolce e rilassante. Il nuovo album si intitola “The Aunt’s House” ed è un affascinante capitolo d’avanguardia, con una vibrazione unica e struggente al suo interno ed è stato prodotto e distribuito dalla label indipendente Open Productions. La band romagnola capitanata dal frontman Paolo Gradari al sassofono, si inoltra dentro luoghi suggestivi ed esplora una cultura musicale dinamica con una produzione notevole.

Il disco è anticipato da due singoli, Dream In Color e Rex, che fanno da apripista a questo lavoro creando un concept personale. Le storie che vengono raccontate durante il suo passaggio rendono omaggio alle persone che ci hanno lasciato in questa vita, mostrando una sensibilità e un ricordo indelebile da custodire con cura. Inoltre, nel sound si libra uno stormo di rondini che colora una colonna sonora monumentale e si chiude a riccio in un’atmosfera stupenda. Infine le ritmiche, taglienti e mature, mandano un forte segnale di rinascita.

Seguendo il giusto ordine ci gustiamo l’apertura di He Looked Like a Child e una voce narrante in sottofondo ci descrive una giornata di vita quotidiana. L’arpeggio malinconico ci culla in un ambiente triste e caloroso, incastrando il loop prezioso che chiude la traccia. The Son Of The Farmer invece aziona un meccanismo ipnotico in cui il sassofono trova il suo habitat naturale e sprigiona la sua qualità d’impatto. Le percussioni poi esplodono sul bridge enorme e incantevole, con un passaggio orchestrale da brividi e il piccolo assolo complesso di Paolo si spinge verso una sfumatura travolgente e drammatica. Proseguiamo con un ritmo lento e le note sensuali di Rosetta, un brano di puro jazz in stile bossanova. Il giro di chitarra sentimentale incastra il tiro del basso potente e trasmette una sensazione pura. Una composizione semplice e leggera che scorre in modo impeccabile.

L’ultimo trittico di brani si apre in modo morbido nel timbro soffuso di The Actor’s Trunk, con una melodia bellissima stile Tortoise, una suite incredibile che ci scalda il cuore in una sinfonia brillante, toccando uno dei punti più alti del disco. Segue il tempo graffiante e gonfio di groove di Microdance, una traccia energica che si infrange in un vortice virtuoso con il sassofono che si trova a suo agio in una scrittura importante. La chiusura dell’album viene affidata a The Front Line, che danza al sicuro in un luogo aldilà dei sogni e si chiude nel silenzio di un nuovo giorno.

Il quartetto di Cesena dà alla luce un disco dalla produzione solida che descrive con malinconia le memorie e i ricordi perduti offrendo uno spirito guida per la nostra vita.

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