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O.R.k. – Screamnasium

2022 - Kscope
progressive rock

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Tracklist

1. As I Leave
2. Unspoken Words
3. Consequence (feat. Elisa)
4. I Feel Wrong
5. Don't Call Me A Joke
6. Hope For The Ordinary
7. Deadly Bite
8. Something Broke
9. Lonely Crowd
10. Someone Waits


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Due domande nascono spontanee: dopo quattro album in studio, può un manipolo di straordinari musicisti sparsi per il mondo nascondersi ancora dietro la parola progetto? E se invece iniziassimo a concepire gli O.R.k. come una “vera” band?

Musica per le nostre orecchie, è proprio il caso di dirlo, quindi bando alle ciance e mettiamoci all’ascolto della nuova fatica del quartetto composto dalla voce di Lorenzo Esposito Fornasari (Lef), la chitarra di Carmelo Pipitone, le pelli di Pat Mastelotto (King Crimson) e il basso di Colin Edwin (Porcupine Tree). In premessa, vale la pena di ricordare che il creativo Adam Jones (Tool) e l’illustratore Marvel e DC Comics Denis Rodier hanno curato l’artwork e il layout di copertina: un lavoro notevole visto l’ottimo impatto visivo.

L’inizio è a trazione decisamente hard: As I Leave e Unspoken Words sono una fulminea introduzione, un dove eravamo rispetto a quella meraviglia di Ramagehead di appena due anni fa. In scia c’è Consequence, dove Lef duetta con Elisa. Piccolo inciso: Eli, lascia perdere la litoranea e torna al tuo vecchio amore, sei troppo una tigre per gareggiare con chi ambisce a vincere il premio di tormentone più brutto dell’estate.

Quasi non ce ne accorgiamo, ma pian piano “Screamnasium” sale di livello: I Feel Wrong inizia a mostrare i muscoli con i suoi riff e lo sfoggio – quasi l’ostentazione – di una doppia grancassa. Le orecchie di un appassionato di prog iniziano invece ad avere l’acquolina con Don’t Call Me A Joke, laddove i cambi di tempo diventano una costante in un pezzo dove spicca il cantato impreziosito da cori, a supporto dei siluri che costantemente Lef sgancia dalle sue corde vocali.

È il momento della svolta. Il susseguirsi dei brani, anche al primo ascolto, lo faceva presagire: ecco quindi Hope For The Ordinary, un pezzo nervoso, energico e melodico a ciclo continuo. Non basta? E certo, mica vogliamo farci mancare una strofa in siciliano dalla viva voce del buon Pipitone?! Deadly Bite rappresenta un punto di passaggio, un piccolo corridoio che conduce in una diversa stanza espressiva, una prog-form che si manifesta – ancora una volta – in modo maestoso con Something Broke.

Prima del gran finale c’è tempo per un attimo di respiro, chiamiamolo così, con Lonely Crowd. Poi ecco la bomba, Someone Waits. Il violoncello è suonato da Jo Quail, musicista e compositrice londinese: con le sue melodie, che in diversi modi vanno ad alternarsi e ad intrecciarsi con l’intera sezione ritmica, impreziosisce un pezzo che viaggia sospeso tra rock e sinfonia. 

Ha ragione Colin Edwin, che in un’intervista per il lancio di “Screamnasium” lo ha definito l’album che la band cercava di fare da quando i quattro hanno iniziato a suonare insieme. È lampante il desiderio di raccontare un recente passato difficile e un futuro ottimista, pur essendo tutti consapevoli di vivere in un periodo complicato. Da questo punto di vista, “Screamnasium” deve essere utilizzato come ascolto depurativo.  

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