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The Soft Pink Truth – Is It Going To Get Any Deeper Than This?

2022 - Thrill Jockey
disco / house / elettronica

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Tracklist

1. Deeper
2. La joie devant la mort
3. Wanna Know
4. Trocadero
5. Moodswing
6. Sunwash
7. Joybreath
8. Deeper Than This?
9. Toot Sweet
10. Now That It's All Over


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Se un paio d’anni or sono Daniel Drew prendeva in prestito alcune parole bibliche di San Paolo per dare un titolo a “Shall We Go On Sinning So That Grace May Increase?”, oggi torna su sentieri molto meno sacri, buttandosi sulla pista da ballo, cogliendo le parole di una donna che chiese ad un amico DJ se il suo set sarebbe potuto andare più a fondo di così per battezzare la sua nuova opera, che dal passato prende distanze che vanno ben al di là delle parole stampate in cerchi concentrici sulla copertina.

The Soft Pink Truth, d’altro canto, è una bestia dalle mille e più identità, capace di passare dal pescare dalla “tradizione” crust/hardcore a quella più puramente disco che è base del proprio cammino, tanto quanto potrebbe esserlo stato il punk. Allora, forse, la sacralità è ancora ben salda nel proprio tempio/studio, al buio durante i momenti di isolamento di questa nuova era oscura. La luce piove sul dancefloor irrorando il sudore di chi si dimena in preda ad un fervore ultraterreno mentre una band i cui membri arrivano (anche) da Half Japanese, Drugdealer, Wye Oak, Xiu Xiu, Dirty Projectors, gli stessi Matmos (ché M.C. Schmidt non può mancare) dando vita ad una eucaristia profana e sensuale.

Sin dal titolo e dalle premesse ci si potrebbe aspettare un’opera di minimalismo algido d’antan, ma quando il basso di Jason Willett entra in gioco si capisce perfettamente che sono gli anni ’70 a tenere banco e tutto assume forma compiuta nella velocità del corpo e dei suoi spasmi. Ritmi in levare e pulsazioni carnali tra fiati che schiantano sulle strobo squadernando reminiscenze jazz notturne alla bisogna o facendosi contraltare al resto dell’ensemble, percussioni latin imbrattanti di vivido sole il buio della discoteca portando la combriccola sulle rive dell’Oceano a guardare il mondo finire in pezzi tra detonazioni house su cui aleggiano archi e corde vibranti e corposi in completa simbiosi con la controparte elettronica che alza la testa quando tutto tace risalendo la china come macchine voraci.

Voci che si incarnano ora in Jenn Wasner con fare languido, ora Jamie Stewart pronto a far implodere il ritmo luminoso portando il buco nero baritono in superficie, Rose E. Kross come un fantasma a cavalcare ambienti krautkosmici e, au contraire, Angel Deradoorian dà una spinta di cosmo laddove è il funk a far girare la giostra a velocità a dir poco vorticose, quando il tutto si fa più Funkadelic/Parliament possibile.

Più Hercules & Love Affair e Faithless che Coil, The Soft Pink Truth trova il modo di evadere ancora una volta da canoni che nessuno si aspettava avrebbe rispettato. Ora ballate.

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