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Gotho – Mindbowling

2022 - Controcanti Produzioni
progressive math rock

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Tracklist

1. Peste bucolica
2. Miami Weiss
3. Ilary Blastbeat
4. Gatta The Blanc


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Partiamo con un flashback. Una decina d’anni or sono (ma facciamo anche dodici) in un locale in cui lavoravo e ormai scomparso ospitammo i Secret Chiefs 3 i quali si portarono appresso i Fat 32, duo composto da synth e batteria. I due francesi ci fecero tremare le pareti del cervello e mai più, da allora, ho trovato una simile combinazione incendiaria. Almeno fino all’arrivo dei Gotho.

Dietro a questi synth e questa batteria è utile dire ci siano due delle menti più acute (o acuminate, forse rende meglio l’idea) dell’underground del nostro malandato Paese, ovvero Fabio Cuomo e Andrea Peracchia. Su quest’ultimo apro l’ennesima parentesi, visto che lo considero uno dei miei batteristi nostrani del cuore, al pari di Jacopo Battaglia e Luca Ferrari, e che ha militato/milita in Slaiver e Dogs For Breakfast, che nel mio cuore hanno un posticino tutto loro.

Dunque, messe da parte le considerazioni svenevoli, possiamo passare alle cose serie. Serie come “Mindbowling” che, a partire dal titolo, è qualcosa di completamente diverso, non solo dal combo ricordato in apertura, proprio in generale, ché di rado ci si ritrova ad approcciarsi a una simile peripezia cosmica, trangugiando chili su chili di allucinazioni, poliritmie, un susseguirsi intenso di svolte e ribaltamenti di “trama”, quando per “trama” intendiamo le trame che Cuomo e Peracchia imbastiscono come ossatura e rivestimento di questa enorme piramide/astronave piazzata nel mezzo del deserto (di un pianeta lontano e disabitato, va da sé).

Il prezzo del biglietto di questo viaggio interstellare verso il cazzo d’infinito e oltre sarebbe ampiamente ripagato solo con il tema ricorrente di Gatta The Blanc, una cristallo kosmische ultramelodico che penetra le faglie di una terra di suono sterminata, venticinque minuti di trip analogico spiazzante che punta dritto ad un minimalismo implosivo. Sul lato oscuro del satellite affonda le radici l’ustione progressiva di Peste bucolica, virata nel delirio, spericolata e veloce, con screzi di delirio convulso che come tagli sulla tela squarciano il velo dei mondi, scavando fino a Ilary Blastbeat (forse uno dei titoli più spassosi di sempre), con le sue nenie sintetiche aleggianti su distorsioni mat(h)ematiche. Certi anni ’70, quelli più krauteggianti, si prendono il loro spazio sui tempi ora sbilenchi, ora pianeggianti, ora movimentati, insomma senza un attimo di pace, di Miami Weiss.

Se è possibile riempire quattro pezzi con una simile quantità di informazioni senza mandare in tilt il sistema? La risposta è sì. La danno i Gotho, con un debutto spiazzante che, si spera, sia solo il primo capitolo del diario di bordo di questa Enterprise fuori di testa.

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