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Petrolio – La Disobbedienza

2022 - Shyrec
sperimentale / noise

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Tracklist

1. L’inconscio
2. Il vecchio e il bambino
3. Molecole e intercapedini
4. Il tempio


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La musica di Petrolio nasce in simbiosi con connotazioni cinematografiche. Il progetto discografico “La disobbedienza” è lo sviluppo sonoro di un’embrionale intenzione artistica del 2020, ideata attraverso una serie di ambienti sonori per la performance teatrale “L’Architettura della Disobbedienza”, realizzata da Francesco Fassone. Questo album, prodotto dalla label Shyrec, è la sua naturale conseguenza, atta a tradurre le immagini in tracce ricostruite, arricchite da rumori e percezioni. 

Petrolio è un lavoro musicale dalle decise influenze cinematografiche, fondato nel 2015 da Enrico Cerrato, musicista già attivo nelle scene metal (Infection Code), industrial (Gabbiainferno) e jazz/rumore/punk (Moksa). La prima uscita di Petrolio, intitolata “Di cosa si nasce“, risale al 2017. Nella primavera del 2018 l’artista ha partecipato all’ElektroAnschlang Fest, festival di musica elettronica ad Altenburg. Mentre nel gennaio 2018 ha pubblicato per l’etichetta canadese Low Noise Prod. un successivo EP contenente tre brani creati per una performance teatrale in collaborazione con la performer teatrale contemporanea Angela Teodorowsky.

L’inconscio ci sussurra cose ignote attraverso battiti profondi e cadenzati. Pause uditive si alternano a spazi sonori dalla comunicazione minimale. L’intro è una gemma di sperimentalismo noise. Il sound, leggero e al contempo granitico, scandisce un tempo indefinito all’interno del quale la coscienza si smarrisce. Non possiamo fare altro che resettare le certezze comuni ed iniziare a disobbedire al cosmo. Il vecchio e il bambino, nostalgia di un tempo perduto, malinconia per due fasi della vita troppo distanti tra loro. Il brano spazioso concede all’ascolto la giusta percezione di una dimensione ormai indefinibile. Dopo lo smarrimento, è il momento di processare l’inizio e la fine della nostra esistenza. 

Molecole e intercapedini si annidano negli anfratti dell’Io. Flebili grida formano un’eco che progredisce. E si infrange su pareti lucide e metalliche. La materia ha intenzione di ricomporsi ma è necessario riformularla attraverso i canoni dell’esistenza. Otto minuti e poco più di riassetto emotivo, di ricomposizione empirica, contornati da un silenzio dilagante, interrotto qua e là da piccoli richiami della natura. Ne Il tempio il synth si fa generatore di rumori. Finisce il silenzio e rinasce l’essenza, la presenza immanente. L’ingresso (ex novo) della materia è a dir poco roboante. Una bimba siede su di una casetta triangolare in legno. Ha probabilmente scelto di disobbedire ai suoi genitori, osservando il parco in cui l’hanno portata da una prospettiva insolita. 

Non ci serve altro che un pizzico di incoscienza per rigenerare le nostre vite. Eppure disobbedire sembra sempre una scelta irresponsabile, troppo controcorrente. L’elettronica noise di Petrolio celebra il coraggio della disobbedienza, della disarmonia pensata per la rivoluzione esistenziale. 

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