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“Come un cammello in una grondaia”: il progetto rivoluzionario di Franco Battiato

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Parlare di Franco Battiato e del suo straordinario talento come cantautore è sempre impresa ardua. Su di lui è stato detto e scritto tutto e il contrario di tutto. Oggi proviamo a raccontare i trentuno anni dell’album “Come un cammello in una grondaia”, sedicesima fatica del cantautore siciliano e indiscussa pietra miliare nella sua fulgida carriera. Perfetta sintesi della sua essenza musicale e non, l’album fu pubblicato l’8 novembre 1991 e raggiunse un notevole successo commerciale, imponendosi al trentaquattresimo posto nella classifica dei dischi più venduti in quell’anno grazie alle oltre 250.000 copie vendute. A prescindere dall’ottimo riscontro di pubblico, “Come un cammello in una grondaia” resta un disco ostico e di non facile fruizione, in grado di mescolare insieme elementi sacri ad altri profani, musica raffinata a versi umili.

Secondo album del trittico “mistico”  composto da “Fisiognomica” e “Caffè de la paix”, con “Come un cammello in una grondaia”  Battiato cede una volta ancora alla ricerca, eliminando le componenti della sezione ritmica, stravolgendo una delle principali caratteristiche della tipica canzone di musica leggera e avvicinandosi a sonorità religiose e spirituali, affidate totalmente all’orchestra classica (sotto la direzione del Maestro Giusto Pio) e decisamente più affini ai canoni della sinfonia classica. Registrato presso gli Abbey Road Studios di Londra, l’album si presenta diviso in due parti: da un lato 4 brani firmati da Battiato, dall’altro 4 riletture di lieder ottocenteschi (Wagner, Brahms, Beethoven e il brano Plaisir d’amour di Johann Paul Aegidius Martin), cantati in inglese, tedesco e francese e rimaneggiati per umanizzarli e renderli corali. L’uso della lingua straniera nella seconda parte, si fa veicolo per aprire l’ascoltatore ad una prospettiva inedita sulle emozioni. Mentre, la prima parte, invece, offre l’immagine più profonda della scrittura di Franco Battiato: la sua penna induce a riflettere, commuove, strazia e scava a fondo.

Ad impreziosire il lavoro, in copertina il particolare di un dipinto di Süphan Barzani, pseudonimo dello stesso Battiato con cui era solito firmare agli inizi i suoi dipinti. Il titolo dell’album, invece, richiama una citazione di Al-Biruni, scienziato persiano vissuto nel XI secolo, volta a rappresentare l’inadeguatezza delle lingue create dall’uomo per la descrizione di argomenti di carattere scientifico. La metafora del “cammello” racchiude l’intero mondo del cantautore e tutti i suoi enigmi, obbligando ognuno di noi a porsi domande ad ogni ascolto.

L’apertura è affidata a Povera patria (brano recentemente ripreso anche da Colapesce e Dimartino). Probabilmente una delle canzoni più famose dell’intera carriera di Battiato (si è aggiudicato nel 1992 la Targa Tenco come miglior canzone dell’anno) e ancora oggi terribilmente attuale, è divenuta un inno per intere generazioni, senza perdere coi decenni neanche una po’ della sua forza. Brano sulla politica e sul malcostume, un atto di accussa dolente e accorato, poetico ed emotivo nel suo volo di archi: “Si può sperare / Che il mondo torni a quote più normali / Che possa contemplare il cielo e i fiori / Che non si parli più di dittature / Se avremo ancora un po’ da vivere / La primavera intanto tarda ad arrivare”. Segue Le sacre sinfonie del tempo, riflessione melodiosa sulle sfere celesti e sulla condizione umana: “Guardando l’orizzonte, un’aria di infinito mi commuove”. Perchè ognuno ha le sue “insidie di energie lunari” e la voce di Battiato che continua a ripeterlo riesce a farci sentire meno soli in questa sorte. La musica accompangna il suo universo grammaticale che scava nel profondo constringendoti ad inciampare nelle tue emozioni più recondite, a conoscere te stesso.

Il percorso continua con la tracklist e con la sua denuncia all’ombra oscura del capitalismo che si abbatte sul mondo : “E ancora, sto aspettando, un’ottima occasione / per acquistare un paio d’ali, e abbandonare il pianeta”. Si continua con riflessioni malinconiche nell’intimista L’Ombra della Luce. Universale preghiera in musica: un tappeto sonoro di rara bellezza e il cantato di Battiato che infonde sentimento ad ogni singola parola.

“Come un cammello in una grondaia” è un progetto rivoluzionario, sia sotto il profilo musicale sia sotto il profilo poetico. Un album che si adatta allo stato d’animo dell’ascoltatore e a tutte le domande che emergono feroci ad ogni ascolto. E se non ancora vi è capitato di ascoltarlo, non potete far altro che dargli una possibilità.

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