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Odessa – Costi / Benifici

2020 - Sangue Dischi / To Lose La Track / Shove Records
post punk / noise

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Tracklist

1. Profit Loss
2. Parcae
3. Semel abbas semper abbas
4. Le piramidi del nulla
5. Neon Circle


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In un panorama italiano ormai incline, nella maggior parte dei progetti, al suono del metallo più disparato, a suonare punk rock è rimasta unicamente la vecchia guardia, cambiando ulteriormente formazioni e campi da gioco casalinghi.

Gli Odessa, infatti, sono un progetto che include al suo interno diverse personalità di spicco della nostra scena hardcore anni ’90, ritrovatesi (dopo aver militato in gruppi come Comrades, Angelica Mariner, The Infarto, Marnero e La Crisi) per cacciar fuori, grazie ad una produzione Sangue Dischi, To Lose La Track e Shove, il loro primo disco. Il lavoro di cui parliamo è un EP, intitolato “Costi / Benefici”, contenente cinque brani, inclusa la cover di Neon Circle dei Codeine, che dimostra come la cultura musicale e l’esperienza possano essere capaci, a distanza magari di decenni dai singoli debutti, di creare dei veri e propri nuovi generi.

Questo EP non è la millenaria e sciapa produzione surrogata, suonata dalla solita all-star band che si unisce dopo anni di silenzio, ma suona come un’ulteriore, dopo anni di lavori, presa di coscienza sulle proprie capacità. I cinque, posizionabili geograficamente tra Bologna e Milano, prendono infatti la verve più cupa e devastante del post-punk e dello screamo americano e la mischiano con le sonorità più rock e alternative prodotte da etichette come Revelation e No Idea, cantando in italiano e riconducendoci alle atmosfere più lanuginose ed inquietanti della vecchia scuola di casa nostra. “Cinque pilastri posati sul limo della nostra inedia, della nostra indifferenza. Resta solo il tentativo disperato e inutile (di convivere con le vostre sicurezze)” recita infatti senza mezze misure, a testimonianza di questa attitudine distruttiva tipica dell’hardcore italiano di fine anni ’90, l’inaugurale Profit loss, capace di trasportare subito l’ascoltatore in un turbinìo musicale di affondi e miraggi.

L’apoteosi della cupezza, però, viene raggiunta con Le piramidi del nulla, lunghissima e psichedelica cavalcata che, tra arpeggi e architetture noise, ci riporta al powerviolence della prima ondata di scuola californiana. Vengono nomiate cose, in “Costi / Benefici”. Vengono nominati oggetti e cose, mentre le sensazioni sono lasciate alla libera interpretazione di chi li affronta mentre suonano. Come in Semel abbas, semper abbas, complicata antologia di oscure sicurezze. Questo passaggio da materia a sensazioni più spiccatamente emateriche può, a mio parere, essere individuato come il tratto più affascinante di questo album. Un album complicato, nella sua interezza, ma straordinariamente attuale. 

Punk una volta, punk per sempre.

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