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Here It Is: A Tribute to Leonard Cohen

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Non sono un appassionato degli album tributo e in genere queste operazioni mi hanno sempre lasciato scarsamente emozionato. Tuttavia, di fronte a una etichetta come la Blue Note che affida la sfida di omaggiare Leonard Cohen a un produttore come Larry Klein, non potevo non dare un ascolto. Klein ha messo insieme una band di altissimo livello, fornita dalla gloriosa etichetta: Nate Smith, Scott Colley, Kevin Hays, Bill Frisell, Immanuel Wilkins. Ha quindi reclutato una decina di star internazionali del pop/jazz/blues d’autore e con questo popò di gente, ha selezionato e lavorato dodici tracce del grande artista canadese.

Il risultato è una piccola perla. L’importante canzoniere di Leonard Cohen ottiene una spolverata jazz, portata da grandi artisti con grande rispetto. Qualcuno obietterà che senza quella voce tenebrosa lì, da tabagista/alcolista anonimo, la magia si perderà irrimediabilmente. Il problema viene risolto da Klein e da chi lo accompagna riempiendo queste canzoni di musica. Le melodie di Cohen fioriscono in questo tributo, prendendosi la scena rispetto agli originali segnati dall’ingombrante presenza dell’artista canadese e della sua voce profonda.

“Here It Is” è quindi perlopiù un album di Vocal Jazz (salvo due strumentali) di altissimo livello, con alcuni degli interpreti che superano se stessi. È il caso di James Taylor che abbassa di un tono Coming Back To You; o di Iggy Pop che sembra nato per cantare You Want It Darker, quasi che Cohen l’avesse scritta pensando a lui; o il redivivo Peter Gabriel che si fa cupo cupo su Here It Is. Convince in pieno anche Sarah Mc Lachlan con un Halellujah da brividia cui è impossibile negare un sing-along casalingo. Lo stesso si può dire per la Hey, That’s No Way to Say Goodbye, di Luciana Souza. Struggente quanto Mavis Staples che stampa la sua impronta soul su If It Be Your Will; e intensa come Nathaniel Rateliff su Famous Blue Raincoat. Più scontata invece (per quanto gradevole) Norah Jones che, persino quando fa roba altrui, sembra sempre cantare la stessa canzone da 20 anni. Al pari di Gregory Porter, un po’ scolastico nella sua interpretazione di Suzanne.

Insomma, lungo le 12 tracce, ognuno troverà le sue preferite, per attaccamento all’originale o per meraviglia verso la cover. In ogni caso, non c’è dubbio che Larry Klein abbia centrato a pieno l’obiettivo: omaggiare un grandissimo e irripetibile artista, ottenendo l’ambizioso risultato di rendere un canzoniere unico in un linguaggio (quello del jazz) che non era esattamente quello di Leonard Cohen. Così facendo, Klein e i suoi complici hanno fissato dei benchmark per ogni cover futura. E le canzoni di questa raccolta assurgono al rango di standard classici, accessibili a nuovi interpreti, potendo ora aspirare ad una vita propria futura che trascenda e vada oltre quella del loro compianto autore.

Tracklist
Steer Your Way – Norah Jones
Here It Is – Peter Gabriel
Suzanne – Gregory Porter
Hallelujah – Sarah McLachlan
Avalanche – Immanuel Wilkins
Hey, That’s No Way to Say Goodbye – Luciana Souza
Coming Back to You – James Taylor
You Want It Darker – Iggy Pop
If It Be Your Will – Mavis Staples
Seems So Long Ago, Nancy – David Gray
Famous Blue Raincoat – Nathaniel Rateliff
Bird on The Wire – Bill Frisell

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