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Warhaus – Ha Ha Heartbreak

2022 - Play It Again Sam
pop / soul

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Tracklist

1. Open Window
2. When I Am With You
3. It Had To Be You
4. Time Bomb
5. Desire
6. I’ll Miss U Baby
7. Mondello’s Melody
8. Batteries & Toys
9. Shadow Play
10. Best I Ever Had


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C’era da chiedersi che ne sarebbe stato di Warhaus senza Sylvie Kreusch. L’alternanza tra la voce bianca di lei e quella profonda di Maarten Devoldere era difatti uno dei tratti distintivi e originali del progetto. La risposta arriva con un bel disco di pop/soul un pò retrò, un pò alla Michael Kiwanuka. “Ha Ha Heartbreak” convince. Forse mancano alcuni picchi dei due dischi precedenti di Warhaus (Love’s A Stranger, The Good Lie) ma, dei tre, questo è l’album più coeso e senza momenti deboli. L’ispirazione, si apprende, verrebbe dal dolore provato dal nostro per una separazione sentimentale, forse dalla stessa Sylvie: dolore elaborato in 3 settimane d’intenso songwriting in una stanza d’hotel a Palermo. L’album è un momento introspettivo di un giovane uomo che soffre e si mette in piazza con una punta di pessimismo. Basti quello che canta su Desire:

C’è un dio, ce n’è uno dell’amore / E molti altri nel cielo sopra / Se c’è un dio che muore per i tuoi peccati / C’è n’è un altro che prende il posto / Non importa a cosa mi rivolgo, mi rivolgo / Mi sta deludendo / C’è il dio per la tua pace interiore / Il dio della lussuria lo tiene al guinzaglio / Colui che inciampò e poi cadde in disgrazia / E quello che sta affittando il posto.

L’intensità di alcuni testi tuttavia si sposa con la leggerezza della musica. Sylvie Kreusch compare in realtà anche nei crediti di questo disco, ma è una presenza difficile da percepire rispetto a prima. Devoldere allora, non dovendo più farle da contraltare, abbassa in questo disco il tono in cui canta e non gioca più a fare il novello Leonard Cohen. 

“Ha Ha Heartbreak” appare da subito, nell’introduttiva Open Window, come un disco più prodotto, meno indie: la canzone presenta una bella melodia ariosa e una lunga coda morriconiana affidata al pianoforte e agli archi. When I Am With You ci porta invece indietro al soul anni ’70 e poteva figurare bene su un disco di Marvin Gaye. Devoldere lo interpreta a modo suo, cantando nel suo modo strascicato, sensuale come si usa oggi, mentre gli archi e il pianoforte, di nuovo, e i coretti danno una dimensione sognante. Si prosegue con It Had To Be You con un giro di basso e una batteria funky e con un bridge che esplode in fiati alla Earth, Wind & Fire. Una delle tracce più accattivanti e più convincenti, al pari di Best I Ever Had, funerea conclusione di un’opera sull’amore perduto. La sezione ritmica sincopata domina altri tratti del disco, da Time Bomb a Desire. Il breve strumentale Mondello’s Melody rivela una tendenza di Devoldere al blues che, a questo punto del disco, non sorprende nemmeno più. I’ll Miss U Baby e Batteries and Toys, a noi italiani ricorderanno un certo Lucio Battisti, periodo “ultimi dischi con Mogol”. Shadow Play invece fa il verso al Nick Cave di 30 anni fa, riallacciandosi ai precedenti due dischi di Warhaus

“Ha Ha Heartbreak” è un disco improntato alla nostalgia musicale, ben appaiata a quella sentimentale. Mentre il progetto con cui Devoldere era assurto alle cronache nello scorso decennio, Balthazar, è parso ultimamente perdere un pò di mordente e d’ispirazione, Warhaus invece si rinnova e continua a cavalcare l’onda con un disco molto personale che trova il giusto equilibrio tra dolore e leggerezza.

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