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L.S. Dunes – Past Lives

2022 - Fantasy Records
emo / post hardcore

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Tracklist

1. 2022
2. Antibodies
3. Grey Veins
4. Like Forever
5. Blender
6. Past Lives
7. It Takes Time
8. Bombsquad
9. Grifter
10. Permanent Rebellion
11. Sleep Cult


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Già sento il ticchettio di dita su tastiera, pronti a dire “Oh no, il solito supergruppo, e ogni volta che si parla di supergruppo è una merda!”. Ovviamente si parlasse solo della dicitura più fastidiosa ideata da noi scribacchini vi si potrebbe dar ragione, miei cari livorosi, ma se si tratta poi di andar nello specifico, apriti cielo, non lo farete mai. Men che meno con un gruppo come gli L.S. Dunes, aggregazione sacra di mostri altrettanto sacri della scena emo/post-hc. 

Cominciamo subito col dire che la storia attorno cui Frank Iero, Anthony Green, Travis Stever, Tim Payne e Tucker Rule costruiscono le fondamenta di quello che infine è un nuovo progetto di qualità superiore, forse nemmeno tanto side-project, è una storia contemporanea, ha una sua collocazione temporale hic et nunc che prevede pandemia e lockdown (dove e come nascere) e affonda le fauci nel presente, tanto da aprire “Past Lives” con un brano intitolato 2022:

If I can’t make it ’til 2022
Least we’ll see how long I can swim
Sometimes wish she hadn’t found me on the night
I tried to disappear, all at once

Se state leggendo questa recensione e vi girate verso la vostra sacra collezione di dischi troverete poi l’origine di ognuna delle componenti della band (Thursday, My Chemical Romance, Circa Survive/Saosin, Coheed And Cambria) e sarà subito chiaro che la materia che va piano piano creandosi di pezzo in pezzo è proprio quella che vi aspettate: emo e post-hardcore ai massimi livelli, espressa da chi ai due generi in questione ha donato nuova luce e potenza. Certo, avreste da ridire pure su questo, ma che importa?

La summenzionata opener null’altro è che un brano del Green solista qui ripreso e ampliato, gonfiato da chitarre sfavillanti, scavanti nel buco più oscuro che i nostri tempi possano creare. Ogni brano spazia in questa nuova oscurità e nelle conseguenze tetre che si porta appresso, in cui tutte le generazioni presenti sulla Terra sono coinvolte. Per tutta la durata dell’album viene a crearsi una tensione melodica furiosa, fatta di aperture immense rivolte allo spazio aperto e terrificanti attacchi al calor bianco tipici del post-hardcore con svisate screamo in bilico tra poesia e denuncia sociale (il bersaglio di Bombsquad sono gli attacchi al Campidoglio di Washington D.C. del 6 gennaio 2021 da parte dei trumpiani/QAnoniani demenziali che ben conosciamo e la super aggressiva Permanent Rebellion che sembra distribuire calci in culo alla rete), in bilico tra acredine, introspezione chitarristica in espansione, dissertazioni math ritmiche che colpiscono sotto la cintura e spingono fuori tutto il resto, come propulsori cosmici caricati a combustibile punk.

L’apice materico dell’emo più profondo raggiunge così una forma definitiva.

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