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Ristampe e Dintorni

Flaming Lips – Yoshimi Battles the Pink Robots (20th Anniversary Edition)

Non abbiamo mai pensato e neppure voluto pensare che la nostra carriera sarebbe durata così tanti anni. All’inizio credevamo che i Flaming Lips sarebbero esistiti per un paio di mesi, un interludio ludico prima di tornare alla sicurezza del nostro lavoro, alle nostre insicurezze, alla nostra piccola vita introversa, stramba e artistoide e, invece non è mai finita

Queste sincere parole provengono dal cantante Wayne Coyne la cui incredibile carriera da frontman dei Flaming Lips dura da oltre trent’anni. Egli è un artista immenso ed una fonte di ispirazione per l’industria musicale. Non si è mai posto dei limiti, ha sempre pensato in grande e ormai con il suo progetto viaggia verso alte frequente, sempre più consapevole di quanto il mondo sia un posto bellissimo, meraviglioso e folle come d’altronde la sua incredibile musica.   

È senza alcun dubbio “Yoshimi Battles the Pink Robots” l’album manifesto dei Flaming Lips, i paladini del rock psichedelico contemporaneo che si formarono nel 1983 ad Oklahoma City. Era il 16 luglio del 2002 quando il gruppo capitanato da Coyne realizzò questo stupendo ed innovativo disco intitolato “Yoshimi Battles the Pink Robots”. Il tempo, tiranno e inarrestabile,a volte fa anche riflettere tanto da far constatare a tutti che dalla pubblicazione sono trascorsi vent’anni.

Wayne Coyne insieme al polistrumentista nonché fedele amico Steven Drozd e gli altri membri del progetto non potevano non cogliere questa ghiotta occasione per festeggiare alla grande e realizzare un regalo speciale per tutti i sostenitori che proprio attraverso questo lavoro hanno scoperto la magia dei Flaming Lips. Infatti il corposo e colorato boxset di “Yoshimi Battles the Pink Robots” è stato pubblicato il 25 novembre nella versione CD mentre il 14 aprile uscirà in LP. Entrambe le ristampe sono realizzate a cura della Warner.

Oltre alle tracce originali all’interno sono presenti tutti i singoli con i relativi remix e b-side, ma anche demo a 4 tracce, performance dal vivo (Boston 2002 e Londra 2003), session radiofoniche e nuove interviste con il cantante Wayne Coyne, Steven Drozd, il produttore Dave Fridmann e il manager Scott Booker. Il bottino stuzzica il fan non tanto per quelle undici tracce che chi li segue dagli esordi sa davvero a memoria ma soprattutto perché in questa nuova edizione sono inclusi 50 brani inediti per la versione CD e 30 per quella vinilica, per non parlare poi delle cover che sono state realizzate ad esempio Lucifer Sam e Breathe dei Pink Floyd, Knives Out dei Radiohead e Can’t Get You Out of My Head di Kylie Minogue.

“Yoshimi Battles the Pink Robots” è stato un disco caposaldo del rock psichedelico e, oltre ad essere stato l’album più venduto della band, certificato Gold negli Stati Uniti con oltre 700.000 copie vendute, include la canzone hit, un incredibile folk cosmico, intitolata Do You Realize?. A proposito di questa traccia il leader in un’intervista ha raccontato:

È il nostro cavallo di battaglia, quando la eseguiamo la folla impazzisce. Non pensavamo che sarebbe esplosa, non siamo partiti con l’intenzione di farne un inno e che l’avremo intonata davanti a persone che la conoscono a memoria ma ora quando la cantiamo io osservo il pubblico e leggo nei loro volti le emozioni che suscita. Ognuno la sente come la sua canzone; è un fenomeno che si ripete praticamente ogni sera e ogni volta è un effetto potente. Infondo si tratta solo di stupida canzone ma vedo quanto significa per la gente, quando la cantiamo per loro, è davvero fantastico.

Osservando ancora oggi l’artwork di “Yoshimi Battles the Pink Robots” si riconferma la sua particolarità. C’è questo robot gigante rosa che spaventa, o almeno così sembra, una bambina piccola e indifesa che prova a contrastarlo in qualche modo.

Nel complesso “Yoshimi Battles the Pink Robots” è un disco felice, piacevole all’ascolto con alcuni episodi sonori davvero avvincenti. Il sound di questo gioiellino discografico si muove su tessuti musicali variegati: ci sono battiti sintetici e fitti synth atmosferici. La psichedelia è ovunque ma non mancano intervalli rock e vibrazioni sognanti pop. C’è molta sperimentazione, una cura maniacale del suono ma anche un caos melodico che a volte può sembrare disturbante però poi dopo copiosi ascolti si rivela perfetto e in armonia con il resto della scaletta.

La musica dei Flaming Lips brilla perché nutrita della fantasia infinita del cantautore e musicista statunitense la cui vita è una giostra in continuo movimento, conviene salirci perché il viaggio sarà sempre più interessante.

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