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In The Woods… – Diversum

2022 - Soulseller Records
avant extreme metal

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Tracklist

1. The Coward’s Way
2. Moments
3. We Sinful Converge
4. The Malevolent God
5. A Wonderful Crisis
6. Humanity
7. Master Of None
8. Your Dark


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Con i norvegesi In the Woods… ci sono praticamente cresciuto. Album come “Omnio” e “Strange In Stereo” mi hanno fatto scoprire il cosiddetto avant-garde metal, insieme ad altre band come Arcturus, Borknagar, Ulver, Solefald ecc ecc, sorta di unione di black metal, progressive, a volte psichedelia, a volte space rock, elettronica e sperimentalismi vari, mai tralasciando una carica emozionale invidiabile e per nulla tralasciabile, che tra la fine degli anni ’90 e inizi ’00 ha avuto il suo massimo splendore andando a sfornare capolavori immensi come “La Masquerade Infernale”, “Themes From William Blake’s…”, “In Harmonia Universali”, “Empiricism” e appunto “Omnio” dei qui recensiti, che nel 2007 ha segnato uno spartiacque su ciò che c’era prima e ciò che è venuto dopo, in Norvegia, in Europa e nel mondo.

Dopo una pausa durata quasi tre lustri i nostri ricompaiono e danno alla luce due album e infine quest’ultimo lavoro, dove i cambiamenti si fanno importantissimi soprattutto riguardo la formazione: escono definitivamente dal giro i due fratelli, fondatori, ed entra un nuovo cantante, Bernt Fjellestal, che con la sua bravura non fa rimpiangere il suo illustre predecessore. Cambia anche l’etichetta, dalla Debemur Morti alla Soulseller. Quello che non cambia è la qualità. Certo è che nulla di nuovo batte sotto questo sole, ma la bellezza di ogni composizione, più dei due predecessori post-reunion, è piuttosto alta: l’asticella si è definitivamente spostata su un prog metal, con doppia voce clean (meravigliosa) e growl/scream (un po’ meno), epicità dark rock, emotivamente carico. 

Stranamente e sorprendentemente me l’ha ricordato, sì, il succitato “Omnio”, tanto da farmi venire in più di un’occasione quella bellissima sensazione di accapponamento di pelle che tanto ricerco soprattutto in questo genere. Dicevamo nulla di nuovo, il lato avant-garde si è affievolito parecchio per lasciare spazio ad un prog rock/metal dalle tinte vagamente estreme ormai non propriamente nuovo, ma che fatto così bene e coinvolgente non ne sentivo da un po’.

Ancora una volta, bentornati.

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